Presentato un Referendum per abrogare la riforma sanitaria in Lombardia

Nella Regione Lombardia è stato presentato un referendum popolare volto ad abrogare almeno tre punti che fanno parte della riforma sanitaria. Il punto centrale è il rapporto pubblico-privato nella sanità, che viene da tutti considerato come uno dei principali punti critici di tutto il sistema regionale.

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Il referendum è stato richiesto da oltre 100 elettori promotori, che hanno ottenuto il supporto di Medicina Democratica, Cgil e Spi Cgil, Acli e Arci.

I tre requisiti presentati nel referendum chiedono qualcosa in particolare che se attuati davvero, possono cambiare la situazione all’interno della Regione Lombardia. A parlarne e a chiarire il tutto è il presidente nazionale di Medicina Democratica Marco Caldiroli mediante una nota stampa.

Le novità previste dal referendum presentato in Regione Lombardia

Il presidente Marco Caldiroli spiega che uno dei punti chiede di riportare al pubblico la funzione della programmazione, del controllo totale dell’erogazione dei servizi partendo dalla prevenzione, passando per l’universalità di accesso, poi per la gratuità e infine per la partecipazione.

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Gli altri promotori del referendum, tra cui Federica Trapletti, segretaria regionale Spi-Cgil ha spiegato che il referendum è proprio uno tra gli strumenti a cui si deve ricorrere per dare il via ad un cambiamento vero e proprio nel sistema sanitario lombardo. Viene inserito nel percorso avviato 4 anni fa. Adesso quel che serve è incrementare le risorse andando inoltre a rafforzare la sanità pubblica, con lo scopo di garantire un servizio sanitario universalistico.

Tra le idee che sono state proposte c’è anche quella di ridurre i finanziamenti alle strutture private provando ad aumentare quelli destinati alle strutture pubbliche. In questo modo si evita che il privato entri dentro il Servizio Sanitario Regionale e che di conseguenza il cittadino venga privato dell’assistenza sanitaria.

La sanità è l’ambito in cui si deve investire

In questo ambito è intervenuto anche il presidente regionale Massimo Cortesi di Arci Lombardia che ci ha tenuto a precisare che da molto tempo vengono raccolte delle istanze preoccupanti sullo stato della sanità lombarda. Tramite le novità integrate e le richieste della popolazione si vuole provare a ridare una centralità pubblica alla tutela della salute proprio come dice l’articolo 32 della Costituzione.

Per concludere la parola passa ad Andrea Villa, presidente Acli Milano che punta alla conferma di una necessità ben precisa: l’istituzione pubblica deve fare il possibile per riprendere la funzione di analisi di bisogni dei cittadini lombardi programmando dei servizi sanitari sempre e comunque all’altezza. Tra questi, specialità, servizi di pronto soccorso o di lunga degenza sui quali bisogna investire in ogni territorio adesso. In questo caso non si può delegare il privato.

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