I tanti aumenti ingiustificati nei supermercati, hanno dato origine alle 300 richieste che riguardano un aggiornamento dei prezzi pagati dai consumatori.
Nonostante il rincaro dei prezzi, non è sufficiente come motivazione l’aumento delle materie prime. Infatti si parla anche di un prezzo che per tre articoli è andato triplicandosi negli ultimi mesi.
Supermercati e aumenti: marketing o altro?
Intanto, sempre più consumatori tendono ad abbandonare la consuetudine del fare la spesa nei supermercati, in favore dei discount per potere arrivare a fine mese.
Si incomincia a ventilare l’esistenza di furbetti, che cavalcano l’onda “del caro-prezzi”, i quali in realtà non si aggirerebbero esclusivamente dietro una pompa di benzina, a danno degli automobilisti e delle circolazione dei mezzi di trasporto in genere.
Con un’inflazione all’11,6% a dicembre, dal settore alimentare ai settori finanziari, passando attraverso le attività libero-professionali e la ristorazione, non manca chi si approfitta e alimenta rialzi a scopo speculativo.
Il presidente del Centro Consumatori Italia, Rosario Trefiletti ha definito questa situazione una “spirale perversa” dei prezzi.
In seguito alle impennate del 2022, il 2023 si prospetta come un periodo ancore peggiore, caratterizzato dalla presenza di una nuova ondata di inflazione in grado anche di abbattersi sul carrello della spesa degli italiani nel giro di un mese.
Per quanto riguarda i prodotti per la casa e il benessere della persona, si rientra nel campo dell’inflazione minima. Nondimeno per alcuni beni gli incrementi sono superiori, come ad esempio il nutrimento per animali, la pasta, le birre, il sostituto del pane e, in generale, i prodotti in contenitori di vetro.
Aumenti ingiustificati per tre prodotti
In merito occorre ricordare che che il prezzo del vetro è sceso, quindi non si giustifica il rincaro di questo tipo di imballaggio.
Al fine di contenere l’aumento dei prezzi dei carrelli della spesa, le principali associazioni del commercio e della distribuzione hanno invitato i produttori a limitare gli aumenti dei prezzi entro il primo trimestre del 2023.
Inoltre, è stata avanzata la richiesta di aprire un tavolo tecnico con lo scopo di fare il punto sull’evoluzione dei prezzi delle materie prime e, dei costi di imballaggio e lavorazione.
Se gli italiani hanno speso 13 miliardi in più in cibo ( anche quello per animali) e bevande lo scorso anno, il rincaro dei carburanti, ammonisce la Coldiretti, determina un effetto valanga sul costo delle aziende e sulla spesa dei consumatori.
Secondo quanto affermato da Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, riguardo l’aumento dei costi energetici, come tutto ciò non faccia che favorire le speculazioni anche nel settore dell’alimentazione.
In realtà a fronte di 1 €uro speso dai consumatori, solo in media 15 centesimi vanno agli agricoltori.
Riguardo invece la trasformazione dei prodotti la remunerazione nelle campagne si abbassa a soli 6 centesimi. E come ha denunciato la Coldiretti Puglia, i prezzi al dettaglio delle verdure sono cresciuti del 25,1% in un anno.
Ma in realtà è la speculazione a farla da padrone se per prendere un caffè al bar occorre vendere circa 7 chili di carciofi.