A Milano, nella notte tra il 28 e il 29 aprile scorso, Said Yusuf violentò una disabile di 57 anni, per lui processo con rito immediato.
Nella notte tra il 28 e il 29 aprile scorso, a Milano, nei pressi della Stazione Centrale, Said Yusuf stuprò una donna di 57 anni, disabile, che gli aveva chiesto aiuto. Yusuf le aveva offerto aiuto invitandola nella sua tenda, in piazza Carbonari, dove avrebbe potuto passare la notte al riparo. La donna lo aveva seguito fidandosi di lui, ma si è trattato di una fiducia mal riposta.
Infatti, una volta nella tenda, Said Yusuf ha aprofittato di lei. La 57enne, dopo la violenza, ha avuto la forza e il coraggio di denunciarlo. Il 10 maggio, infatti, la Squadra Mobile lo ha fermato con l’accusa di stupro nei confronti di una donna disabile. Dopo gli ultimi accertamenti del caso, il Giudice per le indagini preliminari Livio Cristofano ha disposto il processo con rito immediato.
Il 32enne, senza fissa dimora, ha un permesso di soggiorno per protezione sussidiaria. In un primo momento Yusuf, difeso dall’avvocato Marco Valente, aveva tentato di negare le accuse di violenza, ma le analisi del DNA hanno raccontato un’altra storia. La violenza si sarebbe svolta in tre momenti distinti, come ha raccontato la vittima.
In un primo momento lei gli avrebbe chiesto aiuto e gli aveva chiesto di chiamare il 118 perchè aveva bisogno di assistenza. Poi il 32enne l’aveva portata nella sua tenda offrendole un riparo per la notte. Una volta dentro, però, ha aprofittato di lei per ben tre volte. La sua denuncia aveva, poi, portato al fermo di Said Yusuf.
Nel fascicolo aperto nei confronti del violentatore non c’è solo la denuncia e le dichiarazioni della vittima, ma anche il verbale di un testimone che si sarebbe trovato in una delle tende accanto a quella dell’aggresore. Stessa sorte è toccata ad un altro violentatore: Refaat Rashid. L’uomo di 36 anni aveva aggredito una giovane donna di soli 21 anni.
Lo stupro era avvenuto nella mattinata del 5 aprile scorso sul treno Varese-Treviglio, nel tratto tra Milano Porta Garibaldi e Porta Nuova. Il giudice ha, però, disposto, di attenuare la misura cautelare per l’aggressore. Anche in questo caso il 36enne, in un primo momento aveva aiutato la ragazza fornendole delle informazioni.
In seguito sarebbe salito sul suo stesso treno e avrebbe abusato di lei all’interno del convoglio. La studentessa lo ha denunciato e riconosciuto. Il suo racconto lascia senza parole. Quest’uomo, parecchio più grande di lei, non ha ascoltato il suo no e ha continuato ad abusare di lei nonostante la 21enne abbia pianto per tutto il tempo in cui è durato l’abuso.
Per fortuna, ad un certo punto la ragazza ha trovato la forza di reagitre e lo ha colpito, liberandosi di lui. La legge prevede che, chiunque, con violenza o minaccia, costringe qualcuno a compiere o subire atti sessuali è punito con una reclusione da 6 a 12 anni. Le donne sperano sempre che le pene inflitte siano davvero almeno di questa entità, anche se spesso, purtroppo non è così.