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Cronaca

Processo Maroni, assolto il coimputato

Processo Maroni, il coimputato al termine del processo andato avanti per mesi, anche se in condizioni non ottimali, è stato assolto.

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Dopo la pubblicazione della notizia che in realtà non ha colto di sorpresa nessuno, è arrivato anche il commento dell’avvocato Domenico Aiello che ovviamente è stato durissimo.

L’Italia è un paese civile dove i processi si sospendono soprattutto se si creano determinate condizioni e situazioni. Purtroppo in questo caso non è avvenuto nulla di tutto questo e alla fine l’esito è stato anche incredibile. Non c’è niente di più grave.

Maroni era già stato assolto prima del termine del processo

La procura, mirava ad una condanna post mortem. La sentenza ha assolto Roberto Maroni da qualsiasi accusa, l’Italia ha dato dimostrazione di non rispettare le sue stesse leggi. Tutto questo tra l’altro senza considerare i danni causati dall’indagine e le pene sofferte durante il processo.

La soluzione finale giunge totalmente inutile anche perché in realtà Maroni secondo i più era stato inserito nella lista dei giusti da tempo, a prescindere dalla decisione di chi di dovere.

L’avvocato Domenico Aiello è durissimo nei confronti dell’Italia, della giustizia e di Roberto Maroni

L’avvocato dell’ex governatore Lombardo morto a novembre è durissimo. In modo particolare dichiara di non accettare e di non avere alcuna intenzione di farlo nel tempo, il fatto che per Maroni sia stata dichiarata l’estinzione del reato.

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Aiello condanna duramente un paese civile che in certe condizioni avrebbe dovuto per forza di cose sospendere qualsiasi procedimento, soltanto per non aggravare lo stato di salute precario della persona sotto processo. Cosa che in effetti però non è mai avvenuta. Una decisione simile in un paese come il nostro non è accettabile.

Maroni è stato processato più volte e per più accuse nel corso di questi anni, ecco quando e perché

Secondo le indagini Maroni avrebbe applicato delle pressioni tra novembre del 2017 e marzo del 2018 su Bonomelli per dare un incarico all’architetto Giulia Capel Bandino. Incarico che poi avrebbe ottenuto, nell’aprile del 2018 a causa dell’insistenza e delle pressioni continue di Maroni.

L’accusa però non è stata riconosciuta dai giudici che si sono occupati del caso e quindi lo hanno dichiarato innocente. Ma prima di tutto ciò, Maroni si era già trovato al cospetto della legge ed era già stato assolto dalla Cassazione a novembre del 2020.

Ai tempi invece, era stato accusato di aver favorito una sua ex collaboratrice appartenente allo staff del Viminale ovvero Mara Carluccio firmando per lei un contratto con un ente regionale lombardo, Eupolis.

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Giusy Pirosa