Progetto per i detenuti e il loro reinserimento

Un progetto importante sta per essere avviato a Milano e a favore dei detenuti del Carcere di Opera che potrebbero così essere reinseriti a livello lavorativo.

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 Si parla dunque di un bel progetto che sembra essere stato creato da don Rigoldi e a favore di ben 600 detenuti del carcere di Opera. Ecco tutti i dettagli a tal proposito.

Il progetto per i detenuti del Carcere di Opera

Come è stato accennato poco fa, Don Gino Rigoldi sembra aver messo in campo una sua idea, a favore dei carcerati di Opera. Affinchè gli stessi possano avere la possibilità di riavere la loro dignità attraverso il lavoro.

Ecco che grazie a una collaborazione tra varie figure come sindacati, amministrazione penitenziarie e un ente formativo, nonché Umana, è stata aperta una scuola proprio dentro al carcere.

Una scuola edile al fine di poter dare una certa formazione ai carcerati  che possono così essere preparati per lavorare presso i cantieri, che si trovano al di là delle mura del carcere. Saranno circa 600 i detenuti che potranno usufruire di questa bella opportunità.

Devono aver scontato, però, già un terzo della loro pena. Gli stessi potranno partecipare a delle attività e a vari corsi laboratoriali per avere quindi l’accesso a quello che è un reinserimento a livello lavorativo.

Un’iniziativa dignitosa: ecco le parole di chi l’ha ideata

Insomma si parla sicuramente di un’iniziativa niente male che ha come scopo ultimo la rieducazione di tali detenuti.

Come afferma anche l’autore di tutto questo, don Gino Rigoldi, questo è sicuramente un bel passo che in un certo senso è coerente con quanto citato nell’articolo 27 della nostra Costituzione che afferma come anche i carcerati debbano avere l’opportunità di poter mettere le basi per la loro vita futura grazie a un processo che deve aver inizio quando si è ancora in carcere.

Don Gino
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Con questo progetto si sta cercando di fare proprio questo: dare una possibilità a livello lavorativo e in un ambito come quello edile che sembra essere anche in grande evoluzione. Ecco che infatti si è alla ricerca di personale in tal senso.

Eppure se ci pensiamo, non sono tanti i detenuti che in carcere prendono parte a tali progetti lavorativi o anche fuori dal carcere.

Volendo fare riferimento a dei numeri specifici, nel territorio italiano i detenuti risultano essere circa 54 mila e quelli che risultano lavorare sono solo circa 18 mila.

Dei 18 mila, 16 mila sembrano essere dei dipendenti dell’amministrazione penitenziaria. Quelli che invece sembrano essere pronti per intraprendere un lavoro, non solo all’interno del carcere, ma anche fuori, sono circa 2000.

Altre informazioni sul progetto per il carcere di Opera

Anche altri si sono espressi su questo progetto e sull’importanza che ricopre. Ma soprattutto sull’importanza che ricopre il lavoro.

Come ha anche detto Silvio Di Gregorio, direttore di Opera, il lavoro non rappresenta altro che un mezzo per poter riavere la propria dignità.

Di Gregorio
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E questo progetto ha proprio questo obiettivo: in tal modo i vari detenuti potranno mettersi in discussione e accrescere le loro capacità oltre che avere un contributo retributivo.

Allo stesso modo le varie imprese avranno a disposizione dei dipendenti che sono qualificati, cosa non scontata visto che non ce ne sono tanti.

Queste imprese infatti vogliono muoversi in tal senso inserendo i vari detenuti in un arco temporale di tre mesi in base a quello che sarà definito man mano.

A tal proposito si è espressa anche la presidente di Assimpredil Ance Regina De Albertisi che ha affermato come questo significhi creare una scuola degna di essere chiamata tale.

La stessa ha aggiunto che il lavoro è un ingrediente che non può mancare nelle nostre vite, soprattutto per chi ha bisogno di essere reinserito a livello sociale e lavorativo, come i detenuti.

Vediamo come dunque questo percorso sia stato appoggiato da varie figure e anche dai segretari milanesi dei sindacati dell’edilizia Katiuscia Calabretta, Alem Gracic  e Riccardo Cutaia.

Gli stessi hanno affermato di essere felici di poter dare questa possibilità ai detenuti di questo carcere al fine di ritrovare la loro dignità.

Un passo nuovo e nuovi obiettivi

Ecco che tutto questo si aggiunge a un altro passo che era stato già fatto.

Ci riferiamo alla firma del protocollo d’intesa al fine di aprire gli Sportelli Lavoro e Diritti, che hanno come scopo quello di fornire dei servizi a livello lavorativo e anche altri tipi di prestazioni a favore del carcere di BollateOpera San Vittore.

A tal proposito si era espresso proprio il direttore del carcere di Opera che aveva affermato che vi erano non poche problematiche circa il fatto di poter reinserire a livello lavorativo i detenuti e questo soprattutto a causa della presenza bassa di spazi idonei per fare questo.

Lo stesso ha infatti affermato che non c’è lavoro per coloro che vogliono lavorare ma che è stata comunque avanzata la proposta di incrementare gli spazi che possono essere adeguati a tali scopi lavorativi.

Si parla infatti di ben 2400 metri quadrati che si aggiungeranno a un altro spazio di 300 mq.

Spazi questi che per esempio sono da destinare a imprese come Sky per cui sembra lavoreranno già 16 carcerati, fino a arrivare alla possibilità di poterne assumere anche un centinaio.

Insomma qualcosa si sta muovendo in tal senso al fine di aiutare i detenuti a ritrovare il loro posto in carcere e poi nel mondo.

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