Alcune famiglie che percepiscono l’assegno unico universale rischiano di perdere soldi: perché potrebbe accadere e come evitarlo.
Con il decreto legislativo n°230 del 21 dicembre 2021, è stato introdotto dal governo l’Assegno Unico e Universale per i figli a carico. La misura è entrata in vigore a partire dal 1° marzo 2022, e recentemente la Legge di bilancio 2023 ha introdotto degli aumenti negli importi erogati alle famiglie interessate. Alcune di queste famiglie, tuttavia, rischiano di perdere denaro a causa di possibili errori e disattenzione. Vediamo perché e cosa bisogna ricordare.
Cos’è l’Assegno Unico Universale
L’Assegno Unico Universale consiste in un aiuto economico elargito dal governo alle famiglie con figli a carico fino ai 21 anni. La cifra da percepire dipende dalla condizione economica della famiglia in questione, in particolare dall’ISEE dichiarato quando si fa domanda. Altri fattori vincolanti sono il numero dei figli ed eventuali disabilità. In linea generale, comunque, si parla di assegno universale proprio perché qualunque famiglia con figli a carico può percepirlo, anche se con quote ridotte in alcuni casi.
L’Assegno Unico è garantito alle famiglie con figli minorenni a carico, partendo dal 7° mese di gravidanza. Per quanto riguarda i figli maggiorenni, vige un limite d’età di 21 anni, e vanno rispettati alcuni requisiti. Nel caso di figli con disabilità, invece, non ci sono limiti d’età.
Perché alcune famiglie potrebbero perdere soldi
A motivo di alcune novità introdotte, non tutti potrebbero avere le idee chiare su come calcolare la quota da ricevere. Inoltre, anche fare correttamente domanda per ricevere l’assegno è un’operazione che potrebbe essere suscettibile di errori. In più, eventuali errori nel calcolo dell’ISEE o nella dichiarazione dei redditi potrebbero portare alcune famiglie a ricevere una quota ridotta.
Quali sono i requisiti ISEE
Come abbiamo premesso, la cifra percepita dalle famiglie con figli a carico dipende dall’ISEE dichiarato al momento della domanda. Se la famiglia richiedente non ha ISEE o ne ha uno al di sopra dei 40.000 euro, l’importo spettante sarà quello minimo, che consiste in 50 euro per figlio ogni mese. Per ISEE fino a 15 mila euro, invece, la normativa prevede un aiuto di 175 euro mensili per ogni figlio.
In più, il governo ha previsto quote superiori per famiglie numerose, con figli disabili o per quei nuclei familiari in cui entrambi i genitori lavorano. Ne consegue quindi che, se chi fa domanda per l’assegno unico non ha ben chiari questi requisiti o commette degli errori nella compilazione della domanda o nella dichiarazione ISEE, potrebbe perdere molti soldi.
Rinnovo ISEE
Attenzione anche a rinnovare la documentazione relativa all’ISEE. Il 31 dicembre 2022 è decorsa la data di scadenza per l’ISEE 2022. L’INPS ha disposto l’erogazione degli assegni basati sull’ISEE dell’anno scorso anche per i primi due mesi del 2023, quindi fino a febbraio. Da marzo, però, chi mancherà di rinnovare la certificazione ISEE continuerà a percepire l’assegno con le quote minime.
Il rinnovo di questa documentazione va eseguito entro il 30 giugno. In tal caso, i nuclei familiari percettori dell’assegno unico potranno recuperare le quote arretrate. In caso contrario, le famiglie che non rinnoveranno la documentazione ISEE entro il 30 giugno continueranno a percepire definitivamente le quote ridotte, senza possibilità di recupero degli arretrati.