Occorrono necessariamente 41 anni di contributi per andare in pensione? Oggi vi sveliamo come ritirarsi prima dal lavoro.
È possibile infatti farlo a 62 anni e Quota 103 non è l’unica soluzione disponibile. In questa guida vi sveleremo come ritirarsi dal lavoro con meno anni di contributi rispetto a quelli che tutti conosciamo.
Tranquilli, si tratta di un metodo consentito ma sconosciuto a tanti.
Andare prima in pensione
Quando si parla di pensione ci sono sempre tanti dubbi in merito. Ad oggi, l’opzione più conosciuta è quella per cui bisogna raggiungere i 62 anni di età e i 41 di contributi, ovvero la famosa Quota 103.
Però non è l’unica soluzione, infatti alcune categorie di lavoratori possono approfittare di interessanti benefici e quindi ritirarsi con meno anni contributivi a carico. Tutto regolare, infatti a sancire questo è l’articolo 1 della legge di Bilancio del 2017, il quale riconosce la possibilità di andare in pensione anticipata a coloro che svolgono mansioni usuranti, così come a chi lavora di notte.
Per queste persone vale ancora la Quota che va da 97,6 a 100,6, questi numeri chiaramente indicano la somma dell’età anagrafica a quella dei contributi versati. Scopriamo quindi nel dettaglio chi può beneficiare di questa normativa.
Chi può andare in pensione anticipata
L’agevolazione è rivolta ai lavoratori di particolari categorie di impeghi, sia nel pubblico che nel settore privato.
Come abbiamo anticipato, vengono prese in considerazione le mansioni usuranti: lavori che si svolgono in luoghi sotterranei (miniere, cave e gallerie), lavori in cassoni ad aria compressa, palombari, mansioni che si svolgono in luoghi soggetti a temperature elevate, operai che lavorano nell’industria del vetro cavo, coloro che si muovono in spazi ristretti (manutenzione navale, intercapedini, pozzetti) e infine i lavoratori che maneggiano l’amianto.
La seconda categoria riguarda i lavoratori notturni, poi ci sono gli addetti alla linea catena e coloro che conducono veicoli per il trasporto pubblico, oltre i nove posti di capienza.
A seconda poi di vari casi, ci sono requisiti particolari da presentare, in particolare facciamo una differenziazione sui lavoratori notturni.
Vale la regola della Quota 97,6, però l’età anagrafica deve essere di almeno 61 anni e 7 mesi mentre l’età contributiva di 35 anni. Tali requisiti però si applicano solo per i subordinati, per gli autonomi la quota diventa 98,6.
Poi abbiamo la Quota 99,6 con età minima di 63 anni e 7 mesi, rivolta ai notturni che hanno lavorato almeno 72 notti l’anno se parliamo di autonomi e 64 se si tratta di subordinati. Anche loro potranno andare in pensione anticipata, così come i notturni autonomi che hanno lavorato almeno per 64 notti l’anno: per loro la quota è di 100,6.
Accedere alle agevolazioni è abbastanza semplice, infatti non bisogna fare domanda di pensionamento ma solo farsi riconoscere come uno dei lavoratori idonei per tale soluzione. La domanda andava presentata entro il primo gennaio 2024 ma i ritardatari hanno ancora tempo, tuttavia la pensione partirà con il medesimo ritardo.
Sul sito Inps ci sono tutte le informazioni relative all’argomento, consultando l’apposito comunicato relativo ai pensionamenti anticipati in programma quest’anno.