Una categoria di pensionati è a rischio: potrebbero non ricevere la tredicesima. Ecco di chi stiamo parlando, approfondiamo insieme nel seguente articolo.
La tredicesima mensilità consiste in una retribuzione aggiuntiva, l’erogazione di uno stipendio/mensilità pensionistica in più a fine anno. La tredicesima, proprio per il fatto che l’erogazione avviene nel mese di dicembre, è anche chiamata “premio natalizio”. Si tratta di una misura molto apprezzata da coloro che possono usufruirne e molto desiderata da chiunque non può. In un momento come questo, segnato da forte instabilità economica nazionale, dei soldi in più sul proprio conto sono un respiro di sollievo.
Non tutti percepiscono la tredicesima, ne hanno diritto solo alcune categorie. In genere, le categorie che godono di questa mensilità extra, sono i pensionati e i lavoratori dipendenti. Non tutti sanno che una categoria di pensionati in particolare rischia di non ricevere questo pagamento straordinario. Approfondiamo insieme e vediamo chi è che rischia.
La tredicesima è un vero e proprio stipendio extra, un pagamento che equivale ad uno stipendio pieno. Per i lavoratori che la percepiscono, l’anno lavorativo è, figurativamente, di tredici mesi. Si può calcolare moltiplicando i mesi di lavoro di un dipendente con il lordo dello stipendio in busta paga (diviso i dodici mesi lavorativi).
Semplificando il tutto, equivale a 1/12 di tutta la retribuzione annua. L’importo totale della tredicesima, però, potrebbe anche risultare un po’ inferiore al normale stipendio mensile a causa delle trattenute. Infatti è un pagamento soggetto a tassazione. Lo stesso discorso vale per alcune categorie di pensionati.
I pensionati che hanno il diritto alla ricezione della tredicesima sono innanzitutto i titolari di pensione di vecchiaia. La pensione di vecchiaia è la formula secondo la quale si può accedere alla pensione solo dopo i 67 anni di età e i 20 anni di contributi versati. Hanno diritto alla tredicesima anche i pensionati titolari della pensione anticipata, ovvero la pensione concessa qualche anno prima a chi soddisfa alcuni requisiti. Per andare in pensione qualche anno prima non c’è un’età minima, l’importante è la quantità di contributi. Devono essere 42 anni e dieci mesi di contributi per tutti gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
C’è una categoria di ex lavoratori che, invece, non ha diritto a questo tipo di trattamento. Vediamo di chi si tratta.
Purtroppo questa agevolazione è garantita solo alle categorie sopracitate, non è un privilegio riservato a tutti. Per come sta cambiando la situazione economica italiana ne avrebbe bisogno quasi tutta la popolazione. Invece sono più numerosi coloro che non percepiscono questa mensilità extra rispetto a quelli che ne usufruiscono. Per quanto riguarda i pensionati, c’è una categoria esclusa da tale misura, quella di coloro che percepiscono l’Ape sociale.
L’Ape sociale è un’indennità per l’anticipo della pensione, vale a dire una formula pensionistica che concede al soggetto che ne fa richiesta di andare in pensione prima. Le motivazioni sono: lavori usuranti e mansioni pesanti che potrebbero danneggiare la salute fisica oppure l’invalidità civile al 74% minimo.
Rientrano in questa categoria anche i disoccupati che abbiano versato in passato almeno 30 anni di contributi. L’Ape sociale è un’indennità che può essere considerata un accompagnamento alla pensione stessa. Per questo motivo, coloro che la percepiscono, sono esclusi dall’erogazione della tredicesima mensilità.