C’è una categoria di lavoratori in particolare che nel 2023, a febbraio con esattezza, riceverà una bruttissima notizia, si tratta di una busta paga con delle riduzioni specifiche rispetto ad altri contribuenti.
Le riduzioni e gli aumenti della busta paga, come sappiamo, variano in base alle decisioni del governo, così come il futuro dei contrbuenti italiani, pensionati e futuri pensionati.
Ma in modo particolare le variazioni arrivano per alcune categorie di lavoratori che purtroppo, non si può negare, sono particolarmente svantaggiati.
In condizioni di crisi, soprattutto quella che stiamo affrontando adesso causata dall’inflazione, le buste paga dovrebbero aumentare in maniera sensibile per tutti, così come di conseguenza il potere di acquisto. Pensionati compresi. Il motivo è semplice: il costo dei beni di prima necessità e di qualunque altro prodotto ha subito un importante aumento.
Per cui arrivare alla fine del mese per la gran parte delle famiglie è diventato veramente difficile se non impossibile. Per questo motivo c’è chi pur di risparmiare qualcosa rinuncia a fare la spesa più volte al mese, così come chi pur di non recarsi spesso alla pompa di benzina sceglie di non utilizzare l’auto per gli spostamenti dentro e fuori città.
Qualcuno si sposta a piedi, qualcun altro usufruendo dei mezzi pubblici pur essendo consapevoli di quanto siano poco affidabili soprattutto in alcuni periodi dell’anno.
Nell’ultimo periodo il governo ha valutato il taglio del cuneo fiscale nonché una forma di esenzione parziale sulle imposte, aumentando in modo importante l’importo delle buste paga. Il taglio di cuneo fiscale è stato del 2%, proprio come successo con l’esecutivo precedente, per quanto riguarda il reddito dei contribuenti che si spinge fino ad un massimo di 35.000 euro, che corrispondono ad uno stipendio di 2692 euro al mese.
Poi è stato aumentato il valore al 3% per tutti i redditi inferiori ovvero quelli fino a 25 mila euro annui che corrispondono a 1900 euro al mese. Coloro che sono al di sopra di questi redditi invece saranno svantaggiati perché non avranno diritto a ricevere aumenti di alcun tipo, le loro buste paga rimarranno invariate mentre rispetto a quelle che aumenteranno avranno un calo consistente.
Per coloro che rientrano nei 15 mila euro la busta paga aumenterà di €15 al mese, mentre aumenterà di €25 al mese in caso di reddito fino ad un massimo di €25.000 l’anno.
Si passa al taglio dell’1% rispetto al 2022, che permette al lavoratore di risparmiare circa 10,97 euro al mese, che si vanno sommare ai 21,95 euro mensili dovuti al taglio del 2%. A primo impatto non danno la sensazione di grossi guadagni ma nel complesso danno ottimi risultati con guadagni di circa 500 euro o più. Non si tratta di veri e propri aumenti perché in realtà gli stipendi rimarranno invariati, ma si può parlare di risparmi importanti sulle tasse.
Le retribuzioni di 22.500 euro, danno la possibilità di risparmiare 37,04 euro mensili e 444,46 l’anno, quelle di 20mila e 30mila euro portano un risparmio di 32,92 euro mensili e 395,08 euro l’anno. Si passa a quelle da 35mila euro con 32,85 euro di risparmio al mese e 394,23 euro l’anno. Per concludere le retribuzioni da 12.500 euro comportano un risparmio di 24 euro mensili e di 288,75 euro annuali, mentre quelle da 10mila euro permetteranno di risparmiare 19,25 euro al mese e 231 euro l’anno.
Ma le novità non finiscono qui perché il Governo Meloni sta anche valutando di dare la possibilità ad alcuni lavoratori di andare in pensione anticipata essendo in possesso di alcuni requisiti.