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Economia e Lavoro

Quota 103, le opzioni per chi matura i requisiti

Quota 103. Ecco come fare per richiedere la pensione anticipata, avendo maturato i requisiti necessari in tanti anni di lavoro.

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Il lavoratore ha in tutto tre possibilità per accedere al beneficio. Può scegliere di richiedere il pensionamento anticipato, oppure versare i contributi previsti all’INPS continuando a lavorare o ancora lavorare e non versare la quota dei contributi per poi riceverla direttamente in busta paga.

Tutti i dipendenti che hanno i requisiti necessari, possono accedere a quota 104, rinunciando all’accredito dei contributi dovuti all’INPS. La decisione da prendere è importante e può fare la differenza, per questo è fondamentale scegliere con criterio.

In attesa del via libera da parte della Corte dei Conti, ecco un esempio che chiarisce alcuni punti della quota 103

Per poter accedere a questa possibilità bisogna attendere il decreto attuativo, che almeno per adesso non ha ottenuto il via libera. Si dovrà aspettare la decisione da parte della Corte dei Conti che dovrebbe arrivare entro le prossime settimane. Ad ogni modo, ecco un esempio rapido per capire cosa fare e come comportarsi in questa situazione.

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Un lavoratore nato nel 1959, nel mese di gennaio, che raggiunge 41 anni e tre mesi di contributi previdenziali entro il 31 marzo 2023 ha diritto al peggioramento di vecchiaia al 31 gennaio 2026. Quindi a partire dal mese di aprile 2023 può anche scegliere di rinunciare a quota 103 attivando l’esonero dei contributi fino al pensionamento. In questo caso il lavoratore in questione ottiene l’esonero del 3% grazie alla legge di bilancio 2023.

Si tratta di una scelta personale e non di obbligo. Ecco cosa cambia al lavoratore che non vuole più versare i contributi

Ovviamente non si tratta di un obbligo ma di una scelta propria. Qualora il lavoratore dovesse scegliere di continuare a lavorare senza versare la quota dei contributi, il datore di lavoro potrebbe erogare la somma che corrisponde ai contributi non versati direttamente in busta paga. Di conseguenza si creerebbero delle variazioni sia sulla busta paga, che sull’importo finale della pensione.

L’importo mensile dello stipendio andrebbe ad aumentare, allo stesso modo anche l’imponibile fiscale. L’aumento della quota netta non sarebbe più uguale alla somma dei contributi non vengono versati, ma il prelievo visto fiscale sarebbe maggiore. Il lavoratore comunque può esercitare la sua facoltà di non versare la contribuzione anche soltanto una volta e poi cambiare. Per cambiare bisogna però aspettare il primo giorno del mese successivo. Soltanto allora potranno riprendere le trattenute e i vari versamenti dei contributi. La scelta è personale, varia da lavoratore a lavoratore. Per cui prima di decidere cosa fare è meglio informarsi a dovere.

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Giusy Pirosa