Una rapina “perfetta” con connotati molto violenti ha avuto luogo a Lodi lo scorso gennaio. Vittime sono imprenditori, legati e picchiati selvaggiamente. I malviventi sono stati identificati da un dettaglio medico presente sul corpo di uno di loro
Un’operazione chirurgica precedente ha rivelato un’appiglio fondamentale per la risoluzione di una rapina pianificata alla perfezione. Tre malviventi, due italiani ed un cittadino albanese, hanno perpetrato il blitz con ferocia all’interno di un appartamento nel complesso residenziale di via Ungaretti, alla “spina verde” di Lodi. La coppia di imprenditori titolari di un’azienda operante nel settore dei cosmetici, nella zona sud di Milano, ha subito percosse senza pietà. Sono stati legati con scotch e fascette da elettricista. L’obiettivo era sottrarre denaro contante, orologi e gioielli di valore.
Rapina a Lodi: un dettaglio cruciale ha permesso alle forze dell’ordine di risalire all’identità
La giustizia ha inchiodato i tre malviventi grazie a un dettaglio insolito: un fissatore esterno applicato sulla tibia della gamba sinistra di uno di loro. Le telecamere di sorveglianza all’interno dell’abitazione hanno immortalato questo segno evidente di un intervento chirurgico. La squadra mobile della Questura di Lodi ha avuto così un punto di partenza prezioso, nonostante i volti dei rapinatori fossero completamente oscurati dai passamontagna.
Grazie a un’indagine accurata presso il Ministero della Sanità, sono stati identificati i dati delle persone che avevano subito interventi simili. Tra decine di informazioni fornite, gli investigatori sono risaliti a un 35enne di origine albanese. Quest’ultimo aveva subito un’operazione compatibile in una struttura sanitaria di Torino. Era già noto per essere un pluripregiudicato per reati contro il patrimonio. Successivi servizi di pedinamento hanno confermato la sua identità, poiché indossava gli stessi indumenti e aveva applicato lo stesso fissatore sulla caviglia.
Il ruolo dei complici italiani
Man mano che le indagini procedevano, è emersa la struttura dell’organizzazione dietro la rapina, consentendo di delineare i ruoli degli altri due complici italiani. Anche loro sono pluripregiudicati per reati contro il patrimonio. Uno dei complici, residente in provincia di Lodi, si occupava di raccogliere informazioni sulle vittime, il loro tenore di vita e le loro abitudini. L’altro, invece, residente in provincia di Milano, aveva importanti connessioni nel mondo criminale sia del nord che del sud Italia. Altre due persone, un italiano e un cittadino romeno, sono attualmente indagate per il loro coinvolgimento nella rapina, in ruoli di supporto.
Durante l’arresto e le perquisizioni, le forze dell’ordina hanno trovato circa 20mila euro in contanti, un’arma da fuoco completa di munizioni e alcuni dei vestiti utilizzati durante la rapina. Ciò ha confermato ulteriormente il coinvolgimento dei malviventi nell’azione criminale.
Ieri mattina, nella Questura di Lodi, sono state ricostruite le fasi del criminoso blitz, sottolineando al contempo l’orgoglio per un importante risultato investigativo che ha risolto un caso “senza precedenti a Lodi”. Le forze dell’ordine hanno dimostrato ancora una volta la loro abilità nell’utilizzo delle moderne tecniche investigative e nella collaborazione con il Ministero della Sanità, riuscendo a inchiodare gli autori di questa rapina violenta e a riportare un po’ di sicurezza nella comunità.