Rapina un uomo, poi investe e uccide un ciclista: il pomeriggio di follia di un detenuto in permesso premio

Prima ha rapinato un uomo, poi ha investito e ucciso un ciclista. Questo è il resoconto di un pomeriggio di ordinaria follia di un giovane in evidente stato di alterazione psico-fisica.

Intervento del 118
Intervento del 118-iMilanesi.Nanopress.it

Claudio Carnevali, titolare di un’autoriparazione a San Giuliano, ha raccontato quanto accaduto ieri.

Un giovane, Vasco Dall’Osto, a cui era stato concesso di lavorare temporaneamente fuori dal carcere di Bollate, ha seminato il panico.

Ha iniziato ad aggredire Carnevali, che è su una sedia a rotelle, con tale forza che è stato buttato giù e afferrato per la gola.

Dall’Osto lo ha minacciato dicendo: “Guardami in faccia o ti ammazzo”. Il figlio di Carnevali ha tentato di intervenire, ma anche lui è stato picchiato.

Dall’Osto ha poi provocato il caos nella zona di via della Vittoria prima di rubare il furgone di un collega.

Ha guidato in modo spericolato e investito un ciclista di 78 anni, Renato Borsotti, all’ingresso della cava del Tecchione, uccidendolo.

Il giovane si trovava presso la cooperativa Fuoriluoghi di Peschiera Borromeo, specializzata nella riabilitazione di soggetti vulnerabili, e lavorava a Sesto Ulteriano per ripulire una struttura abbandonata.

Durante l’ora di pranzo, è andato in un bar locale dove ha consumato un pasto veloce e un paio di birre. Secondo il racconto del proprietario, ha anche acquistato altre bevande da consumare in seguito.

Furto e rapina a uno dei passanti

Al suo ritorno nel pomeriggio, è andato nuovamente nel bar in cui aveva precedentemente pranzato, chiedendo cavi elettrici per riavviare il suo furgone da lavoro.

Il personale in loco lo ha indirizzato presso un gommista situato nelle vicinanze. Prima di arrivare dal gommista, Dall’Osto ha commesso una serie di reati.

In primo luogo ha rubato una bicicletta a un uomo di 78 anni. Poco dopo, ha rubato il cellulare di un passante.

Auto della polizia
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Tiziano Pastore, gestore di un ristorante vicino, ha assistito allo svolgersi dei fatti e ha tentato di intervenire.

L’aggressore ha risposto con un gesto minaccioso, mimando di tagliare la gola a Pastore, e urlando “chiudi la porta, infame”.

Temendo per la sua incolumità, Pastore si è nascosto all’interno del ristorante, mentre l’autore ha lanciato in aria un posacenere.

La sua furia in officina

Dopo la visita in officina, Dall’Osto ha ricevuto in prestito il kit per la riaccensione del motore. Non è però riuscito ad avviare il furgone e ha iniziato ad aggredire verbalmente il titolare e suo figlio Federico.

Quest’ultimo ha raccontato nei dettagli l’aggressione di Dall’Osto, che minacciava di far loro del male se non lo aiutavano.

Dall’Osto ha quindi aggredito fisicamente Federico e suo padre. Nonostante i tentativi di Federico di difendere il padre, la stazza di Dall’Osto si è rivelata un ostacolo insormontabile. Il pestaggio è finalmente cessato quando è arrivato sul posto il collega di Dall’Osto.

Impossessatisi del furgone, il 25enne ha proseguito lungo via Lario in stato di delirio. La sua destinazione era la cava. Tuttavia, il suo viaggio è stato interrotto quando Borsotti è arrivato in bicicletta.

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