Il reddito di cittadinanza continua a creare polemiche e a far discutere, ma questa non è una novità dato che è quanto succede ormai da diversi anni.
In queste settimane se ne parla molto più di prima, dato che è iniziato il conto alla rovescia verso la fine dei pagamenti del reddito di cittadinanza.
La stretta che ha cambiato le carte in tavola in pochissime settimane ha scoraggiato i beneficiari del reddito di cittadinanza persino a presentarsi ai colloqui stabiliti dal centro per l’impiego.
A quanto pare sono veramente pochissimi i beneficiari che rispondono alle convocazioni per i percorsi di inserimento al lavoro. Il reddito di cittadinanza, all’inizio è stato pensato certamente per dare un sussidio economico a chi ne aveva di bisogno, per esempio le famiglie numerose.
Ma allo stesso anche per dare la possibilità a tutti di trovare lavoro essendo tutelati dai centri per l’impiego che in questo caso fanno da tramite. Purtroppo nonostante questo non sembrerebbe essersi innescata la spinta giusta verso la ricerca di lavoro, da parte di chi ha il diritto di ricevere l’assegno. La maggior parte dei beneficiari si accontenta e non ha alcuna intenzione di rimboccarsi le maniche perché al momento sta bene così.
Tutto questo emerge dalla pubblicazione dei dati di AFOL Met, nonché un’azienda che gestisce i centri per l’impiego in Italia. Secondo alcune stime, fino al 20 febbraio 2023 le convocazioni dei beneficiari sono state 2.467, ma a presentarsi presso i centri, è stato soltanto il 15% del totale che corrisponde a 394 persone in tutto.
Tutti gli altri ovvero 2070 persone non si sono presentati senza nemmeno giustificare la loro assenza. La differenza rispetto agli anni precedenti c’è ed è anche importante. Per esempio l’anno scorso a presentarsi ai centri per l’impiego, era stato il 31% quasi il 32% dei convocati, ovvero 3948 persone su 12.000. Certamente si tratta di un numero comunque basso, ma andava molto meglio rispetto ad ora.
La riduzione della quota oggi potrebbe essere legata ad uno scoraggiamento di massa, dato che lo stop ai pagamenti che era previsto per il mese di agosto è già arrivato per i più, mentre tutti gli altri si avviano verso la fine. A dare spiegazioni in merito è il presidente di AFOL Maurizio Del Conte, che chiarisce che coloro che rispondono e si presentano presso i centri per l’impiego in realtà lo fanno per dovere e non per interesse.
Mentre coloro che invece scelgono di non presentarsi sanno benissimo di non essere raggiungibili, perché purtroppo nessuno ha gli strumenti per farlo, per cui scelgono di imboccare la strada più semplice. Ad oggi nessuno può permettersi di costringere i beneficiari del reddito di cittadinanza ad iniziare un percorso lavorativo. Tutto questo è paradossale ma corrisponde alla realtà. Molto probabilmente chi non si presenta agli incontri fissati con il centro per l’impiego, semplicemente non vuole trovare lavoro per non perdere il diritto di ricevere il sussidio.