L’omicidio del 25enne era avvenuto lo scorso 2 aprile, a Rescaldina. Arresati due uomini di origine marocchina.
Bouda Ouadia era stato trovato senza vita nel bosco Rugareto a Rescaldina. L’operazione condotta dai carabinieri del reparto di Legnano, che hanno eseguito l’ordinanza emessa dal tribunale di Busto Arsizio di custodia cautelare. L’accusa è di aver ucciso lo spacciatore, loro connazionale, durante una guerra tra bande rivali a colpi di arma da fuoco.
Si tratta di due ventenni, di origine marocchina senza fissa dimora e senza regolari documenti. I due sono stati arrestati nella giornata di ieri da parte dei carabinieri di Legnano, accusati dell’omicidio di Bouda Ouadia, 25enne, avvenuto lo scorso 2 aprile.
Le indagini erano partite proprio dal ritrovamento del cadavere del pusher. Nessun documento addosso, e solo i segni di alcuni colpi d’arma da fuoco. Ferite che hanno causato il decesso del ragazzo nel bosco noto nella zona per essere spesso frequentato da spacciatori di droga e tossicodipendenti.
Il riconoscimento del cadavere era avvenuto, dopo la conferma della fidanzata delle vittima, anche grazie all’identificazione tramite la banca dati della polizia. La fidanzata ha anche fornito alle forze dell’ordine una testimonianza sui possibili moventi che avrebbero potuto portare all’uccisione del 25enne. Tra le versioni fornite anche quella della guerra tra bande rivali per la conquista della zona di spaccio di droga.
Gli investigatori sono risaliti ai due ventenni di origine marocchine, adesso accusati di omicidio, tramite intercettazioni telefoniche e telematiche – insieme ad altre testimonianze oltre a quella della fidanzata della vittima.
Il giorno dell’omicidio, pare sia avvenuta una vera e propria guerra tra bande rivali. Prima alcuni uomini si erano recati armati nel bosco, assalendo altri spacciatori. Un agguato nel quale proprio Ouadia avrebbe avuto la peggio, morto a causa di una ferita alla testa, nel tentativo di fuggire dalla zona.
Un altro giovane, di 27 anni, era sopravvissuto dopo essere stato anche lui ferito alla gamba e alla testa. Non facile la strada che ha portato ai due accusati di omicidio, adesso nel carcere di Busto Arsizio. Gli spacciatori potevano contare dell’affidamento di parecchi complici. Inoltre pare che i malviventi fossero muniti anche di auto a noleggio, armi, e cellulari con utenze finte. Erano fiancheggiati da diversi connazionali nelle operazioni di spaccio e pare fossero molto cauti nel non dare nell’occhio, visto che spesso rimanevano a ridosso del bosco di Rescaldina.