Sono in arrivo brutte notizie per gli stipendi, ci saranno infatti delle riduzioni inattese, che non piaceranno ai lavoratori. Scopriamo perché gli aumento nel 2023 saranno più bassi di quanto era stato preventivato e a chi spetteranno 552 euro in meno!
Anche se la notizia del taglio del cuneo fiscale avrebbe dovuto portare solo conseguenze positive per i lavoratori, in realtà non è così. Infatti, se per svariati milioni di lavoratori ci sarà un aumento, in realtà gli stipendi saranno inferiori, più bassi di quanto era stato preventivato.
E dire che l’approvazione della legge di Bilancio 2023 è stata vista come una nota molto positiva. Infatti, l’aumento di stipendio è stato approvato, ma nello specifico è stato messo in atto uno sgravio dei contributi pari al 2% per coloro che percepiscono un reddito di massimo 35mila euro.
Ad introdurre la misura era stato il governo Draghi, ma il governo Meloni l’ha estesa al 3% per coloro il cui reddito arriva a 25mila euro. Vediamo nel dettaglio quali sono gli aumenti e chi prende 552 euro in meno sulla busta paga!
Come detto prima, il taglio del cuneo fiscale darà pari al 3% per gli stipendi da 1.923 euro lordi, mentre sarà del 2% per quelli fino a 2.692 euro. Anche sulla tredicesima viene applicato lo sgravio contributivo, ma è bene sottolineare che si tratta comunque di aumenti modesti.
Inoltre, un altro fattore da considerare riguardo il taglio del cuneo fiscale è che influirà sulla diminuzione dei contributi. Ciò è dovuto al fatto che la base di calcolo dell’Irpef aumenta e va ad apportare delle modifiche alla detrazione fiscale. In parole povere, si tratterà di aumenti inferiori alle aspettative, e in molti casi ci saranno anche riduzioni dello stipendio.
L’intervento sia da parte del governo Draghi che del governo Meloni sul cuneo fiscale ha riguardato solamente quello dei lavoratori. Nel dettaglio, è stato aggiunto uno sgravio ulteriore dell’1% sui redditi fino a 25mila euro, che ha portato al soglia del 2 al 3%. Invece, è stato confermato il taglio del 2% per i redditi tra 25mila e 35mila euro.
I lavoratori dipendenti, grazie al taglio del cuneo fiscale, avranno sulla busta paga un aumento, che potranno rilevare alla voce contraddistinta con il termine aumento lordo.
Passano dal 7,19% al 6,19% i contributi i contributi versati per uno stipendio di mille euro lordi mensili. Questo vuol dire da 71,90 scendono a 61,90 euro e comportano 10 euro di aumento in busta paga.
Applicando la stessa procedura, l’aumento per gli stipendi di 1.300 euro è pari a 13 euro, mentre è di 15 euro per gli stipendi da 1.500 euro.
Aumenta di 17 euro uno stipendio da 1.700 euro e di 19 euro quello da 1.900 euro. L’aumento va ritenuto al lordo e per via del calcolo dell’Irpef la cifra cambia.
Una conseguenza del taglio dei contributi è la riduzione delle detrazioni, che comporta un minore aumento in busta paga, decisamente inferiore alle cifre di cui si è ampiamente parlato. Ad esempio, per un lavoratore con uno stipendio da 2.335 euro, il taglio del cuneo fiscale è del 2% ed è pari a 46,70 euro.
Questa cifra, se la moltiplichi per 12, ottieni 552 euro in meno in totale sulla busta paga. infatti, il netto dell’aumento è in realtà dell’1,70% e si ferma a 30,31 euro.
Invece, i lavoratori che hanno uno stipendio da 1.857 euro, con il taglio del 3% del cuneo fiscale ottengono un aumento di 55,71 euro, che effettivo sarà pari a 36,15 euro in busta paga. in questo caso, la riduzione è in realtà del 2,43%.