Il 2023 è stato un anno nero, con rincari salati su beni alimentari essenziali. Milano la città più cara. Cosa aspettarci nel 2024.
Fare la spesa senza spendere una fortuna è sempre più complicato, e gli italiani ormai lo sanno bene: destreggiarsi tra gli scaffali del supermercato è ormai diventata una battuta di caccia alle offerte. Si, perché l’ultimo anno ha visto il rincaro della maggior parte dei prodotti, ma in particolar modo degli alimenti di prima necessità. Eppure, le cose nel 2023 sembrano essere andate meglio che nell’anno precedente. Cosa possiamo aspettarci per il 2024?
Arriva la fotografia ISTAT del tasso d’inflazione gravato sulle tasche degli italiani durante lo scorso anno. O meglio, lo scorso quinquennio, poiché l’analisi dell’Istituto mostra l’andamento dell’inflazione nel periodo 2019-2023. Andamento che, a quanto pare, ha registrato un’impennata soprattutto per quanto riguarda i generi alimentari di base, come olio, pasta, riso e zucchero. Dicembre 2023 mese di tregua: i prezzi sono saliti solo dello 0,6% su base annua, a differenza del 0,7% di crescita di novembre. Complessivamente, nel corso del 2023 i prezzi sono saliti del 5,7%, cifra considerevole, ma comunque in rallentamento rispetto all’8,1% dell’anno precedente.
Il prodotto più costoso è stato lo zucchero, che in cinque anni ha visto il proprio costo aumentare di addirittura il 65%. Sul podio troviamo poi il riso, con un sonoro +50%, seguito al terzo posto dall’aumento del 42,3% dell’olio d’oliva. Completano la classifica dei rincari pasta secca, burro e latte intero, i cui prezzi sono aumentati rispettivamente del 40,1%, 36,5% e 21,9%. Stando alle parole delle associazioni dei consumatori, il 2023 è stato un anno da bollino nero, e l’aumento di bevande e cibi è costato alle famiglie con due figli circa 804 euro in più, che diventano 578 in caso di famiglie più numerose.
E se da un lato i prodotti essenziali costano molto più cari, l’altra faccia della medaglia è la discesa dei prezzi di beni non essenziali, come smartphone e apparecchi elettronici, scesi rispettivamente del 36,7% e 45,7%. Comunque, i prezzi calati rappresentano solo il 10% all’interno del carrello della spesa, almeno tra il 2019 e il 2023. In tutto, gli aumenti negli ultimi 5 anni hanno superato il 20%. Nel 2023, in particolare, il tasso di inflazione del 5,7% ha prodotto, secondo il Codacons, un aumento di 46,3 miliardi di euro per il totale delle famiglie italiane.
Come abbiamo anticipato, comunque, sembrerebbe che le festività natalizie 2023 abbiano portato con loro un netto calo dell’inflazione. Non è però ancora il momento di cantare vittoria, spiega Alessandro Brunetti, responsabile del sondaggio ISTAT sui prezzi al consumo. L’inflazione è rallentata, certo, ma non in modo omogeneo, e principalmente a motivo del calo nel costo dell’energia. E anche se l’impressione è quella che il 2023 abbia chiuso un ciclo di inflazione, il futuro è ancora incerto. Specialmente per quanto riguarda i generi alimentari, per i quali l’inflazione potrebbe continuare a “trascinarsi” anche nel 2024.
Nel frattempo, l’analisi congiunta tra Unc e Codacons ha prodotto la classifica delle città più care in Italia, e al primo posto troviamo proprio Milano, che nel 2022 si era limitata ad essere sul podio. La città meneghina ha sperimentato un’inflazione media del 6,1%, portando le famiglie milanesi a spendere nel 2023 circa 1,656 euro in più rispetto all’anno precedente.