Termosifoni: l’utilizzo di questi dispositivi dovrà essere limitato, al fine di evitare sprechi energetici. Ecco cosa cambia.
Dovranno essere seguite nuove regole per quel che concerne l’accensione dei termosifoni nei mesi freddi. Tale misura sarà utile per tenere sotto controllo i consumi ed evitare sprechi, alla luce della crisi energetica che sta attraversando l’Unione Europea dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.
Termosifoni, nuove regole per l’accensione del riscaldamento nei mesi invernali
L’autunno e l’inverno arriveranno a breve e bisognerà razionare i consumi, al fine di poter trascorrere i mesi invernali. Ciò è previsto dal piano del ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani. Ci sono, dunque, nuove regole da tenere presenti.
Interessati questo cambiamento sia le abitazioni private, sia i luoghi di lavoro, dove gli impianti di riscaldamento dovranno essere messi in funzione seguendo le norme previste per la regolamentazione della temperatura e relative all’orario ddi accensione dei termosifoni nei mesi freddi.
Questa situazione si è venuta a delineare a causa della crisi energetica che si è fatta avanti, a partire dal mese di febbraio, quando la Russia ha invaso l’Ucraina e, soprattutto, da quando Mosca ha deciso di chiudere i rubinetti delle forniture di gas ai paesi europei a causa delle sanzioni economiche imposte al paese a causa della guerra in corso.
Quando accendere i termosifoni: i nuovi orari da osservare
Alla luce di questi cambiamenti politici ed economici, che stanno attraversando l’Europa intera, bisogna tendere a un consumo più consapevole dell’energia e del gas. In tal senso, si dovranno rispettare degli orari di accensione e spegnimento dei termosifoni nel corso della stagione autunnale e di quella invernale.
Il piano elaborato prevede sei fasce climatiche, che si focalizza sulle temperature medie registrate nelle varie regioni italiane. La fascia A è quella più calda, la F quella più fredda.
Il periodo di accensione dei termosifoni è stato ridotto a 15 giorni: le prime accensioni, inoltre, subiranno un ritardo di sette giorni e un anticipo di otto giorni rispetto alla data prevista, solitamente, per lo spegnimento dei termosifoni.
Su base giornaliera, l’utilizzo avrà una riduzione totale di 60 minuti. Negli edifici industriali, amministrativi, commerciali e nelle abitazione, si avrà una riduzione di 1 grado. Negli edifici e nelle abitazioni, dunque, si arriverà a 19 gradi. Le utenze sensibili, come ospedali e case di riposo, non subiranno il taglio ai riscaldamenti che sarà effettuato in tutti gli altri casi.
Le date in base alla fascia di riferimento
I riscaldamenti potranno essere accesi a partire dal 22 ottobre, per le zone che si trovano in fascia E (principalmente le regioni settentrionali e le regioni del centro-sud).
L’accensione potrà durare 13 ore al giorno. Ultimo giorno è fissato per il 7 aprile 2023. Le zone della fascia D, avranno a disposizione 11 ore al giorno, dal 8 novembre 2021 al 7 aprile 2023.
La fascia C prevede l’uso del riscaldamento per nove ore al giorno, dal 22 novembre 2021 al 23 marzo 2022. Nella fascia B, invece, le ore scendono a 7, dall’8 dicembre al 23 marzo. Per i territori inclusi nella fascia A, il riscaldamento potrà essere utilizzato per 5 ore al giorno, dall’8 dicembre 2021 al 7 marzo 2023. Non sono previste limitazioni per le aree alpine.