Rito abbreviato per Baby Gang e Simba Rue

Baby Gang e simba Rue hanno scelto il rito abbreviato per la sparatoria avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 luglio scorso.

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Processo-Imilanesi.it

Il fatto era accaduto nella notte tra il 2 e il 3 luglio scorso in via Tocqueville, nella zona della movida milanese, vicino a corso Como. Otto i giovani arrestati, tra i quali i trapper Simba Rue e Baby Gang. Si era trattato di un’aggressione durante la quale erano stati esplosi anche alcuni colpi di arma da fuoco.

Una di fronte all’altra due bande, una quella di Zaccaria Mouhib e di Mohamed Lamine Saida, dall’altra quella rivale composta da alcuni cittadini senegalesi. I due trapper hanno in comune il manager, Mounir Chakib, anche lui sulla scena della rissa.

Ed anche lui accusato come i suoi clienti. In un’intercettazione telefonica il manager affermava, il giorno dopo l’accaduto:

Arriverà tutto, abbiamo rischiato troppo… Io sono già dentro“.

Chiesto il rito abbreviato

Due dei senegalesi della banda rivale erano rimasti feriti, uno dei quali piuttosto gravemente. Il legale dei trapper, l’avvocato Niccolò Vecchioni, con il cambio di imputazione da lesioni a lesioni gravi, ha potuto chiedere ai giudici Tremolada-Gallina-Pucci della settima penale di Milano, di passare dal rito ordinario a quello abbreviato.

Il cambio di imputazione è potuto avvenire grazie alla testimonianza di una delle due vittime presenti in aula. Questo procedimento penale si svolgerà a porte chiuse e potrebbe prevedere uno sconto di pena di un terzo in caso di condanna. Il 20 settembre avrà inizio la discussione del pm e delle varie parti coinvolte.

Il pm Francesca Crupi, già titolare dell’inchiesta condotta da polizia e carabinieri proprio sulle violenze e la faida tra i gruppi trapper, aveva chiesto il rito ordinario. Le accuse a carico degli imputati sono di rissa, rapina, lesioni e porto abusivo di arma da fuoco.

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I due trapper hanno alle spalle una vita non facile che è quella che, poi, descrivono nei loro testi. Mohamed Lamine Saida, classe 1999, di origini francesi e tunisine, ha cercato di emergere e, per farlo, ha scelto la strada della musica, ma, purtroppo, non solo.

La sua rabbia nei confronti del paese che lo ospita è evidente. Non gli ha dato la possibilità di trovare un lavoro per migliorare la sua condizione e che lui definisce: “droga, mafia e cocaina”. A giugno del 2022 era stato accoltellato a Treviolo, in provincia di Bergamo, mentre accompagnava a casa la sua ragazza.

Vite difficili

Non è  molto diversa la storia di Zaccaria Mouhib. Classe 2001, nasce a Lecco e cresce in un monolocale tra ristrettezze e rinunce. Si sentiva un peso per la sua famiglia, tanto che, nel 2012, fugge di casa ed inizia a vivere da solo. Passa da un affido all’altro e vive anche per strada.

All’età di 15 anni subisce un tracollo. Finisce in carcere ed è qui che la sua vita ha una svolta. Questa esperienza lo spinge a cercare qualcosa che gli permetta di vivere economicamente bene e trova uno sfogo e una possibilità nella musica.

I singoli di successo

La sua carriera musicale vera comincia nel 2018 con il suo primo singolo, Street, un video girato nella stazione di Calolziocorte, nel lecchese. Purtroppo continuano anche i suoi guai con la giustizia. Torne di nuovo in carcere e da questa esperienza nascono Educazione e Cella1.
Ora, tutti e due dovranno affrontare un altro processo al termine del quale potrebbero subire un’altra condanna. Forse è proprio come afferma il filosofo Galimberti, i giovani sono arrabbiati e non vedono un futuro perchè:
“… glielo abbiamo tolto noi, facendo a meno di loro
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