Il gargoyle del Duomo è stato rubato e poi per fortuna dopo tanti e tanti anni è stato ritrovato. Le indagini di quello che è successo a Milano e i risvolti che si sono avuti grazie all’intervento di chi di dovere. Novità sul dragone del Duomo di Milano.
Una notizia che aveva fatto piuttosto scalpore durante la Seconda Guerra Mondiale era quella che vedeva il gargoyle del Duomo di Milano trafugato e mai più ritrovato. Dopo ottant’anni il mistero viene risolto e il dragone alato ritorna a “a casa sua”. La frase “tutto è bene quel che finisce bene” vale soprattutto in questo caso specifico in cui il dragone alato del Duomo di Milano, finalmente, torna nella sua posizione originaria.
Ritrovato il gargoyle del Duomo di Milano: che fine aveva fatto?
Sembrava ormai del tutto perso così come sembravano perse le speranze che potevano vedere il ritorno di tale dragone nella sua postazione originale. Invece, dopo ottant’anni finalmente il mistero è stato risolto.
Sono stati i Carabinieri di Monza, infatti, a rintracciare e poi sequestrare il gargoyle. Ma cosa è accaduto in questi ottant’anni? Andiamo per gradi.
Iniziamo con il dire che la notizia della perdita del gargoyle del Duomo di Milano è piuttosto antica e risale al periodo della Seconda Guerra Mondiale. Infatti nel 1943 ci furono vari bombardamenti sulla città di Milano e, quindi, anche sul Duomo che rappresentava proprio la città. Durante uno dei bombardamenti il gargoyle, ossia il dragone alato presente sulla facciata, si era completamente distaccato dalla facciata stessa ed era caduto.
Quello che però aveva fatto notizia è che tale elemento non era stato più ritrovato nonostante le varie ricerche.
Ed infatti la soluzione a cui ben presto si arrivò è che tale dragone alato era stato trafugato e quindi del tutto andato perduto. Quello che è emerso proprio in questo periodo è che tale dragone alato era stato probabilmente rubato.
Oggi sembra essere risultato di provenienze delittuosa in quanto era stato venduto da un appassionato d’arte e gallerista che quindi aveva proprio una sua galleria d’arte a Monza. Come ben sappiamo, infatti, i pezzi di storia e quindi i beni culturali non possono essere venduti e soprattutto non possono essere tenuti da parte del singolo soggetto.
Cosa ha portato alle indagini: i dettagli del gargoyle ritrovato
Contro la legge, quindi, questo esponente dell’arte aveva esportato e venduto all’estero tale gargoyle. Ed infatti si era anche recato all’ufficio di esportazione per avere il certificato di libera circolazione dichiarando il falso ossia che tale gargoyle non fosse effettivamente un bene culturale; aveva dichiarato, inoltre, che non era risultato da un distacco di un’opera del nostro Paese e che invece fosse un elemento proveniente dal Nord Europa che aveva acquistato in precedenza e che quindi doveva rivendere all’estero, appunto.
Questa dichiarazione del tutto falsa sicuramente non era stata fatta in buona fede da parte del gallerista che con buona probabilità conosceva bene il gargoyle. E anche la sua provenienza originaria.
La dichiarazione falsa del gallerista ha sicuramente insospettito i Carabinieri che quindi hanno dato il via alle indagini. Gli accertamenti, infatti, sono stati seguiti dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza in collaborazione con gli esperti della Veneranda Fabbrica del Duomo; a ciò si univano anche le autorità giudiziaria di Milano.
Tutte le varie indagini hanno fatto in modo di risalire al gallerista che in quel momento era nei Paesi Bassi. Nello specifico si stava occupando di restaurare tale bene, ossia il dragone alato, per poi venderlo ad una fiera di antiquariato che si teneva proprio in questa località.
Tutto è bene quel che finisce bene: una storia a lieto fine
Una volta rintracciato, però, hanno preso parte anche le autorità dei Paesi Bassi e tutta l’Unione europea. Ed infatti è stato emesso un ordine Europeo di indagine su tutto il territorio e un certificato di congelamento di esecuzione nei Paesi.
Questo per poter confiscare il bene in questione e poterlo restituire a chi ne aveva diritto sin dall’origine.
Tutto questo è avvenuto anche grazie alla collaborazione di Eurojust e anche grazie alla collaborazione della polizia Nazionale olandese. Questo perché il gallerista e poi il dragone alato era partito dall’Italia per poi arrivare in Belgio e infine in Olanda. Grazie quindi a tutti questi enti è stato ricostruito il viaggio che il gargoyle aveva fatto proprio nei Paesi dell’Unione Europea.
Una volta ricostruita la tratta e averlo rintracciato, inoltre, gli enti si sono anche occupati della restituzione. Dunque si sono occupati di farlo tornare sano e salvo proprio in territorio italiano.
Quello che è stato fatto, inoltre, una volta rintracciato e recuperato il gargoyle, è stato cercare di comprendere a chi fosse effettivamente designato tale bene culturale.
I Carabinieri di Monza, infatti, hanno cercato di ricostruire le cessioni che si sono susseguite dal secondo Dopoguerra fino al 2023.
A tal proposito è stato osservato come tale bene fosse effettivamente di proprietà della Veneranda Fabbrica del Duomi di Milano, appunto.
Ed è proprio lì che quindi è tornato il dragone alato dopo ben ottant’anni dalla sua perdita. La cittadinanza di Milano, ovviamente, festeggia quel ritorno in grande stile del suo dragone dopo anni di rassegnazione.
Una novità: la posizione del dragone e non solo
Un ritorno che come abbiamo visto è stato possibile grazie all’intervento dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza che lo hanno recuperato. Questo infatti è stato recuperato dopo essere caduto da una guglia durante i bombardamenti del 43 e dopo essere stato trafugato e portato via in modo illegale all’estero.
Sempre grazie ai Carabinieri si sono potute ripercorrere le cessioni che si sono verificate dal secondo dopoguerra fino a oggi.
Grazie a questo si è potuto appurare come il titolare del diritto di proprietà sul gargoyle fosse ancora ora la Veneranda Fabbrica del Duomo, a cui verrà ridato il dragone.
Ora c’è solo una cosa che ancora bisogna capire: se il dragone alato verrà messo al vecchio posto sul Duomo, dove potrà essere guardato con ammirazione dalla vicina Torre Velasca.
Sembra che l’anno prossimo si potrà cenare al diciottesimo piano. Sushisamba, nonchè marchio a livello internazionale della ristorazione di lusso che si occupa proprio di viste panoramiche dai grattacieli del pianeta, ha comunicato che si farà sentire e arriverà con una sala che si affaccia dalla veranda e un’altra ancora più bella a livello di panorama.