Tutto quel che c’è da sapere sul cashmere: come si produce e da quale animale si ricava. Continua a leggere per saperne di più.
Il cashmere è un materiale particolarmente pregiato e amato. Non è difficile comprenderne il motivo: si tratta di un tessuto setoso, estremamente morbido, confortevole sulla nostra pelle. La sensazione che dà questo tessuto tramite il contatto con la pelle è di morbidezza e calore, non pizzica e non provoca pruriti e rossori. Sono tanti i capi di abbigliamento di cashmere, e sono tra i più costosi in commercio. Sono molto costosi perché si tratta di tessuti di derivazione animale, e in quanto tali il processo di produzione è molto delicato, lungo, complesso e dispendioso.
Acquistare abbigliamento di questo tessuto non è propriamente accessibile a tutti i portafogli. Ma non è l’unico motivo per il quale qualcuno evita di comprare vestiti 100% cashmere. Infatti, dal punto di vista etico, c’è chi preferisce non utilizzare prodotti di derivazione animale. A differenza delle pellicce, però, per la produzione del cashmere non si procede con la soppressione degli animali: ci si può limitare alla tosatura. Per le pellicce, purtroppo, funziona diversamente: ci sono appositi allevamenti che finiscono con l’uccisione di visoni. Adesso vediamo da quale animale proviene il cashmere e come si produce.
Il cashmere (cachemire in francese), è una fibra tessile estremamente pregiata. L’origine di questo tessuto è nelle regioni di montagna asiatiche. Infatti, i fornitori principali al mondo sono la Cina, la Mongolia, l’Iran e l’Afghanistan. In queste zone ci sono delle favorevoli condizioni climatiche: tra la notte e il giorno avvengono grandi sbalzi delle temperature. Questi sbalzi contribuiscono notevolmente allo sviluppo di un tipo di peluria denominata “duvet”. La peluria duvet è la più pregiata ed è fondamentale per il processo termoregolatore del corpo degli animali: tramite essa si proteggono dalle altissime e dalle bassissime temperature.
Adesso vediamo insieme da quale animale proviene questa pregiata fibra e come si svolge il procedimento per ricavarla.
Stiamo parlando di un animale in particolare: la capra Hircus. Proprio dalla capra Hircus viene estratto il sottopelo che diventerà cashmere. Questi animali sono sottoposti annualmente ad un processo di tosatura, in particolare nella stagione primaverile. In primavera le condizioni del pelo sono perfette e pronte alla tosatura. La produzione del cashmere consiste in 5 passaggi basilari: lo smistamento, la raccolta, la filatura, la tosatura e la tessitura. La raccolta si effettua tramite il processo manuale di pettinatura della capra proprio durante la muta stagionale e naturale dell’animale, ovvero in tarda primavera.
Il prezzo elevato di questo tessuto è dovuto proprio al fatto che questa fibra preziosa deriva da capre che vivono solo in alcune aree geografiche. Sono aree geografiche che si contraddistinguono per le condizioni climatiche uniche: non tutti i Paesi potrebbero, per questo motivo, allevare capre Hircus. Per chi non lo sapesse, anche in Italia possediamo una produzione di cashmere. Infatti, alcune zone della regione Piemonte, sono favorevoli a questo tipo di allevamento e produzione. Il cashmere 100% italiano, il Capua cashmere, raggiunge prezzi molto alti che possono facilmente superare i duecento euro per un maglione o addirittura per una sciarpa.