Sapete cosa succede se si sciolgono i fiammiferi in acqua? Ecco il trucco che ogni amante delle piante dovrebbe conoscere.
A primo impatto se si pensa a piante e fiammiferi l’idea che balza alla testa non è certo sicura, ma in questo caso non avremo bisogno di fiamme ma di acqua. Sciogliere i fiammiferi in acqua è una tecnica molto utile a favorire un processo che può rivelarsi ottimo per la cura delle piante. Vediamo insieme perché e come si svolge il procedimento.
Le caratteristiche dei fiammiferi
Noti per essere un oggetto di uso comune utilizzato per accendere il fuoco, i fiammiferi non sono altro che un bastoncino di legno o di cartone su cui è applicata una testa infiammabile composta da solfuro di antimonio e clorato di potassio.
Per utilizzare un fiammifero, è necessario strofinare la testa infiammabile contro una superficie ruvida, come una scatola di fiammiferi o una pietra apposita, in modo da generare una scintilla che inneschi la combustione della testa infiammabile. Quest’ultima, a sua volta, genera una fiamma che può essere utilizzata per accendere il fuoco desiderato.
Esistono diversi tipi di fiammiferi, come i fiammiferi normali, i fiammiferi impermeabili, i fiammiferi a sicurezza infantile e i fiammiferi per sigari. Inoltre, in commercio si trovano anche fiammiferi ecologici, realizzati con materiali biodegradabili e non tossici.
I fiammiferi sono stati inventati nel 1826 dal farmacista francese Jean-Francois Derosne e dal chimico inglese John Walker. Inizialmente erano costituiti da bastoncini di legno su cui veniva applicata una testa infiammabile composta da zolfo e nitrato di potassio. Successivamente, la composizione della testa infiammabile è stata migliorata e resa più sicura.
Nonostante l’invenzione di altre fonti di accensione del fuoco, come l’accendino a gas o quello elettrico, i fiammiferi rimangono ancora oggi molto utilizzati in tutto il mondo per accendere il fuoco in modo facile e veloce, specialmente per accendere candele, fornelli a gas, barbecue e camini. Tuttavia, è importante utilizzare i fiammiferi con cautela e attenzione per evitare eventuali incidenti e pericolosi incendi. Oggi vedremo perché può rivelarsi utile utilizzarli con l’elemento opposto al fuoco e perché dovremmo mettere i fiammiferi in acqua.
Mettere i fiammiferi in acqua, ecco perché farlo
Inutile dirlo, una volta impiegati nell’acqua i fiammiferi non saranno più utilizzabili. Perché quindi dovremmo sprecarli in questo modo? Il motivo è molto semplice, e si rivela davvero utile per la coltivazione delle piante.
Occorre riempire un contenitore con 250 ml di acqua, all’interno della quale andranno posizionati 10 fiammiferi. Assicuratevi che siano ben fermi e lasciateli in ammollo per 60 minuti. Come potrete vedere, la testa del fiammifero inizierà a dissolversi rilasciando il suo colore nell’acqua.
Insieme al colore però, il fiammifero perderà anche le sostanze che lo ricoprono, vale a dire fosforo, magnesio e zolfo. Per velocizzare il processo potete muovere i fiammiferi avanti e indietro nell’acqua, noterete che lasceranno una scia di colore.
Trascorsa un’ora potete rimuovere i fiammiferi per smaltirli e avrete ottenuto un’acqua ricca di minerali utili alle piante da appartamento. Quest’acqua infatti sarà ottima per innaffiare le piante, specialmente quelle che necessitano di una maggiore robustezza nelle radici e per foglie verdi e rigogliose. Un fertilizzante naturale adatto a ogni tipo di pianta e semplice da realizzare.