Chi ha questa età potrebbe chiedere la pensione ma solo con 22 anni di contributi versati: da informarsi immediatamente.
È possibile andare in pensione in anticipo? Il Governo Meloni sta lavorando al fine che diventi possibile, o meglio che ci siano ulteriori strumenti da poter mettere sul tavolo per migliorare la vita dei pensionati. Si parla anche della possibilità di andare in pensione con soli 22 anni di contributi versati, attraverso una manovra diretta da parte dell’Esecutivo. Ma in cosa consiste e come si ottiene l’uscita anticipata dal lavoro? Facciamo chiarezza.
È possibile andare in pensione con 22 anni di contributi versati?
Con la Legge di Bilancio approvata e il Governo che continua la sua corsa per migliorare tutti gli strumenti in essere, ce ne sono di nuovi da valutare. Si parla dell’importanza di poter andare in pensione prima del solito, con un totale di contribuzione pari a 22 anni. Nel pacchetto della manovra si parla di quota 103, la misura che consente ai soggetti lavoratori di andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi versati.
Insomma, questo vale per chi ha una carriera molto lunga ed è sicuramente uno strumento che non tutti possono prendere in considerazione. Nel pacchetto si parla anche di APE sociale e Opzione Donna, anche se questa viene corretta per assicurare a tutti i cittadini di poterla richiedere quanto prima.
La contribuzione per queste ultime due misure non è bassa, infatti vengono richiesti 35 anni di versamento. 30 anni di contributi per gli invalidi, i caregivers e i disoccupati.
Soggetto lavoratore dal 2000: cosa accade?
Poi ci sono i soggetti che hanno intrapreso una attività dopo l’anno 2000 e ci sono delle misure di pensionamento per le carriere corte, di quelle normalmente citate. In pratica, secondo gli esperti, si potrebbe richiedere la pensione nel 2023 seppur con una carriera molto corta. Le misure adottate sono novità da parte del Governo, che ovviamente prevedono dei requisiti da rispettare in toto. La misura si concretizza con il versamento di 20 anni di contributi al compimento di 67 anni di età. Tutte le persone che hanno iniziato a lavorare nel 2001 hanno nel loro borsello ben 22 anni di contributi e possono uscire dal lavoro, ma con delle condizioni.
L’importo dell’assegno da raggiungere è di 750 massimo 780 euro al mese per l’anno in corso. La pensione di vecchiaia per coloro che non hanno contributi dal 1996, di concentra su altri requisiti fondamentali. L’importo sarà al pari oppure superiore di 1,5 la sociale. Nel 2023 si parla di una cifra che supera i 500 euro, con gli aumenti che arriveranno dal mese di luglio con i vari arretrati.
Insomma, per tutti coloro che hanno nel portafoglio virtuale ben 22 anni di contributi versati dall’anno 2001 il consiglio è di recarsi da un professionista del settore. Insieme si potranno valutare le varie ipotesi e verificare se si è adeguati per la misura o meno.