La maggior parte dei ragni quando morde è velenoso, la differenza sta in quanto sia tossico per l’uomo il suo veleno.
Esistono ragni in natura il cui morso è letale per l’uomo. Basta ricordare per esempio la vedova nera. Ci sono altre specie il cui veleno, pur non essendo letale è comunque pericoloso.
Ne è un esempio il Ragno Eremita Marrone o Loxosceles reclusa. È un ragno diffuso in particolare negli Stati Uniti, nella zona centro occidentale e del Sud. Il suo nome scientifico deriva dal greco e significa loxos obliquo e celes zampe.
Quando il ragno è a riposo le zampe sono incurvate. Reclusa si riferisce al fatto che tende a nascondersi e ad isolarsi. La caratteristica per cui lo si riconosce facilmente è la disposizione degli occhi.
Sono sei e sono ordinati in tre paia. Un paio sono posizionati nella parte centrale sul cefalo torace. Mentre le altre due sono laterali e sono separate dai due occhi centrali.
Disegnano come una U ed è una caratteristica molto particolare in quanto gli altri ragni sono dotati di 8 occhi. Altra caratteristica subito visibile è il colore. Questo però è poco attendibile perché può cambiare.
Il suo morso può provocare dermonecrosi. Si tratta di una lesione della cute localizzata conosciuta come loxoscelismo. Il ragno diventa pericoloso soltanto nel momento in cui viene infastidito.
Si tratta di un meccanismo di difesa che, nella stragrande maggioranza dei casi, presenta un piccolo sfogo cutaneo con relativo prurito. Nel caso in cui il morso fosse più forte, dopo qualche ora possono apparire delle piccole ferite.
Si potrebbe avvertire poi dolore e nei giorni seguenti si potrebbe formare una bolla. In genere la ferita si rimargina dopo alcune settimane. Nei casi più gravi si presenta febbre, vomito, debolezza e nausea.
In rarissimi casi si rende necessario un trapianto tissutale. Il parente prossimo di questo aracnide e che vive in Italia è il famoso Ragno Violino. La sua presenza in alcune case e il suo morso hanno riempito pagine di giornali e siti web.
Il veleno di questo ragno agisce esattamente come quello dei ragni della stessa specie. È un mix di diverse tossine ognuna delle quali ha una sua specificazione. La più temibile sembra essere la sfingomielina-fosfodiesterasi D.
Un raro enzima presente nel veleno di alcuni ragni e in alcuni batteri patogeni. Anche in questo caso si tratta di una semplice eruzione cutanea che si risolve in genere senza complicazioni.
Nei casi più gravi si può formare una zona biancastra con la presenza, a volte, di due piccoli segni di puntura. Si forma una vescicola colma di liquido emorragico trasformandosi, in seguito, in un’ulcera necrotica, guaribile in qualche settimana.