Continuano le aggressioni a Milano contro conducenti e personale dell’azienda di trasporto pubblico Atm.
I mezzi pubblici continuano a dimostrarsi luoghi non più sicuri come una volta. Il numero di conducenti aggrediti ogni anno è in costante aumento, ma anche gli stessi passeggeri stanno diventando oggetto di aggressione.
L’ultimo episodio è accaduto in città sabato nel tardo pomeriggio a Milano.
Dipendente Atm finisce in ospedale dopo aggressione
Insulti sull’autobus, molestie contro gli altri passeggeri e colluttazione con il dipendente Atm, che è andato a finire in ospedale.
Si tratta di un uomo di 48 anni, graduato dell’azienda milanese, che è stato poi costretto al ricovero presso il Gaetano Pini sabato pomeriggio e dopo che è rimasto ferito sul filobus della linea 92.
La ricostruzione dei fatti
L’accaduto è iniziato intorno alle 18.00, quando l’autista dell’autobus ha chiamato i soccorsi dopo che uno dei passeggeri (un italiano di 39 anni) ha litigato con un gli altri passeggeri e ha iniziato a dare colpi ai vetri del mezzo pubblico.
Quando l’autobus ha raggiunto l’ultima fermata, in viale Isonzo, un agente di polizia e due guardie di sicurezza sono intervenuti e hanno costretto il passeggero, che non aveva il biglietto, a scendere dall’autobus.
Sulla strada, il parapiglia è proseguito, con il graduato che si è dovuto chiudere nel gabbiotto. Il dipendente Atm è stato portato all’ospedale Gaetano Pini e dimesso con prognosi di 15 giorni.
L’aggressore, che ha riportato una ferita al volto, è stato identificato dalle Forze dell’Ordine, ma non ha voluto farsi medicare. La polizia è attualmente in attesa di eventuali denunce.
“Atm e istituzioni navigano a vista, e il personale in prima linea continua a essere malmenato durante l’esercizio delle proprie funzioni”. Queste dichiarazioni sono contenute nella nota/denuncia da parte del coordinamento dell’Rsu di Atm.
“Quante telefonate deve ricevere la famiglia di un collega dal pronto soccorso prima che qualcuno proponga una soluzione seria e praticabile? Secondo noi la vita dei tranvieri è più preziosa del bilancio”.