Sgomberato il palazzo in via Fortezza a Milano: nel capoluogo lombardo si è provveduto ad attivare subito le azioni di sgombero degli occupanti abusivi. Ora questi ultimi si ritrovano di nuovo senza una casa.
Si tratta di interi nuclei familiari che avevano deciso di occupare questo stabile, in quanto sprovvisti di un’abitazione dove poter stare. Ma non hanno avuto neanche il tempo di inserirsi che son stati sgomberati.
Palazzo in via Fortezza: cosa è accaduto
Lo stabile posizionato esattamente in via Fortezza al civico 1 di Milano ha ricevuto uno sgombero immediato da parte delle Forze dell’Ordine. Al suo interno si erano introdotte una cinquantina di persone, che avevano ricevuto lo sfratto da un altro edificio pochi mesi prima. Infatti era dal mese di marzo che queste famiglie avevano ricevuto lo sfratto dallo stabile dove abitavano in precedenza.
Ecco quindi la loro decisione di occupare il palazzo nella via citata poc’anzi, ma adesso si ritrovano in poco tempo di nuovo senza una casa dove poter abitare.
Difatti non c’è stato nemmeno il tempo di dichiarare sui social che un edificio di quella zona di Milano, tra l’altro ormai abbandonato da diversi anni, era stato occupato.
Dopo un lasso di tempo piuttosto breve la Polizia di Stato è intervenuta per effettuare le operazioni di sgombero.
Gli occupanti sono tutti nuclei familiari e alcuni con figli.
L’evacuazione del palazzo occupato
Questi, come detto, avevano già dovuto lasciare l’edificio dove alloggiavano in precedenza, a causa di uno sfratto. In più non era stato fatto nulla in quel caso per poterle ricollocare. Per questo motivo, tali famiglie erano rimaste prive di un’abitazione, dunque avevano deciso per questo di occupare lo stabile di via Fortezza.
Nel primo pomeriggio di sabato 1 luglio, però, è successo qualcosa: l’insieme di persone appartenenti a Ci Siamo-Rete Solidale ha fatto un apposito annuncio sui suoi canali social. Tale avviso si basava sul fatto di avvertire che diverse persone avevano provveduto a occupare un palazzo che risultava abbandonato da tempo.
Il punto esatto è quello della via indicata in precedenza, posta nella zona di Villa San Giovanni nel Milanese. L’intento primario era quello di riuscire a trovare una nuova collocazione a queste 50 persone.
Un raggruppamento di individui composto da famiglie con figli, che nel mese di marzo avevano ricevuto lo sfratto nello stabile di via Siusi.
Poche ore dopo quest’annuncio, però, la Questura della città milanese ha provveduto a riferire di aver già provveduto a sgomberare l’intero palazzo.
Una disposizione stabilita per la precisione dal questore Giuseppe Petronzi, che ha portato poi all’intervento degli agenti di polizia. Questi ultimi, infatti, in collaborazione coi carabinieri e con i vigili urbani, hanno fatto in modo di liberare la struttura. In più si sono aggiunti anche i vigili del fuoco, per l’attuazione di tali operazioni.
È stata proprio la Questura a riferire che gli occupanti non hanno fatto alcun gesto di opposizione e di resistenza nei loro confronti. Quindi è avvenuto tutto senza scontri o diverbi di alcun tipo.
Difatti in poco tempo le famiglie hanno abbandonato l’edificio. In seguito, nella struttura si è effettuata una bonifica, per poi esser riaffidata alla proprietà per metterlo in totale sicurezza.
I nuclei familiari si ritrovano di nuovo senza una casa
Da una parte certamente si è riusciti a ristabilire la legalità, però dall’altra ora 50 persone si ritrovano dopo pochi mesi di nuovo senza un’abitazione dove poter soggiornare.
In più in molte di queste famiglie ci sono pure dei bambini piccoli e ora non sanno più dove andare.
In seguito al precedente sfratto, non ricevendo alcuna soluzione alternativa, si erano ritrovate accampate in maniera momentanea in una palazzina posta in via Fracastoro nella zona Gorla.
Adesso che avevano trovato questa nuova struttura abbandonata dove potersi fermare, proprio quando si stavano accingendo a organizzare i propri spazi per passarvi la notte, hanno ricevuto l’ennesima batosta.
Infatti a quel punto è arrivato un considerevole dispiegamento costituito dalle Forze dell’Ordine, per l’attuazione dello sgombero.
A questo si sono aggiunte le minacce sull’immediato ingresso all’interno del palazzo.
È stato in quel momento che gli occupanti hanno deciso di uscire senza opporre nessun genere di resistenza. Si sono poi allontanati in gruppo in maniera del tutto autonoma.
Successivamente è avvenuta un’assemblea realizzata per un confronto, riguardante gli accadimenti della giornata.
Oltre che per parlare delle conseguenze a livello politico correlate a tale avvenimento, che accadranno anche nei prossimi mesi.
Questo del resto è un problema che affligge molti cittadini italiani, i quali ancor di più in questi ultimi tempi si ritrovano in serie difficoltà economiche. Tutto ciò per via del carovita che ha contribuito a incrementare i costi generali.
Le parole di “Ci Siamo-Rete Solidale”
Qui di seguito le parole esatte di “Ci Siamo-Rete Solidale” a tal proposito:
“Mentre le persone che avevano occupato lo stabile abbandonato da anni cominciavano a organizzare gli spazi per trascorrere la prima notte è sopraggiunto un ingente dispiegamento di forze dell’ordine per eseguire lo sgombero minacciando l’ingresso immediato nello stabile. Gli occupanti hanno quindi deciso di uscire senza opporre resistenza allontanandosi in gruppo in modo autonomo. È immediatamente seguita un’assemblea in cui ci si è confrontati a caldo sugli eventi della giornata e sulle implicazioni politiche che hanno avuto e che avranno nei mesi a seguire. Su questo ritorneremo in modo più approfondito nei prossimi giorni, ora ci preme ricordare che l’8 Luglio alle ore 17:00 da via Esterle 15 partirà la manifestazione ‘Le casa è un bisogno, basta speculazione‘.
Adesso bisognerà solo attendere gli sviluppi della vicenda, per sapere come andrà a finire per queste famiglie che non sanno più dove andare. Famiglie che stanno vivendo una situazione di grande disagio, soprattutto perché avere dei bimbi significa dover pensare primariamente al loro benessere e al loro sostentamento. Ma quando viene a mancare la base, una casa in cui stare, tutto si complica.