Sei persone indagate di cui tre arrestate, recuperati 3mila Kg di rame e sequestrate macchine per un valore di, circa, 200mila euro
Le indagini della Polizia di Novara hanno portato all’arresto di tre persone, due uomini e una donna, accusati di furto pluriaggravato e riciclaggio. I ladri operavano tra la provincia piemontese e quella milanese tra Magenta e Legnano. L’inchiesta chiamata Predoni rispecchia anche il metodo seguito dagli indagati.
Hanno rubato cavi di rame da aziende e centrali elettriche. In un caso, in particolare, avevano obbligato un’azienda a fermare gli impianti per i danni causati alla produzione. A tradirli forse, anche il modus operandi, quasi sempre lo stesso per ogni furto. Si incontravano tutti a San Pietro Mosezzo, la casa del capobanda. Qui prelevavano tutta l’attrezzatura necessaria per il colpo e poi partivano.
Due uomini si occupavano del furto, mentre la donna faceva da palo e da autista. I due portavano via, ogni volta, dai 500 ai 2mila chili di rame. Una volta rubato, prima di rimetterlo sul mercato, lo ripulivano e lo lavoravano. Lo rivendevano, poi, a circa 8 euro al chilo. Il capobanda, un uomo di 50 anni originario del novarese, aspettava a casa il ritorno dei soci.
Preso anche il capobanda
In una prima irruzione la Polizia era riuscita a fermare uno dei due uomini coinvolti, mentre il secondo riusciva a fuggire nella zona boschiva circostante. A distanza di soli pochi giorni, il capobanda, avrebbe organizzato un altro colpo partecipando di persona allo stesso. Gli Agenti della Squadra Mobile, anche in questo caso sono risaliti al luogo del furto.
Durante il blitz hanno fermato i tre ladri. Uno di questi è riuscito a scappare. Trovatosi su una scala a circa tre metri di altezza, si è comunque lanciato finendo addosso ad uno degli operatori procurandogli alcune lesioni non gravi. Dopo una breve collutazione gli agenti riuscvano a fermarlo e ad arrestarlo. L’accusa, da furto pluriaggravato è passata a tentata rapina impropria, così anche per la donna.
Gli inquirenti hanno, poi, concentrato le indagini sull’uomo che ritirava il rame e si occupava della vendita del materiale. La perquisizione in casa sua ha portato al recupero dei documenti di vendita. Hanno potuto, così, ricostruire il giro di affari che ha superato il milione di euro in quattro anni.
L’uomo in questione era già noto alle forze dell’ordine. Pregiudicato e disoccupato, faceva depositare tutto il denaro sul conto corrente della compagna, incensurata e disoccupata. I due erano proprietari anche di 2 Ferrari, un Testarossa ed una 360 Modena del valore di oltre 200mila euro.
Sequestrate le automobili e 3mila chili di rame
La Polizia ha rinvenuto le auto in un officina fuori Novara. Sottoposte a sequestro, ora sono a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Anche la donna è indagata in stato di libertà per il reato di riciclaggio. In totale le persone coinvolte sono sei, di cui 3 arrestate. Insieme alle macchine e ai documenti, la Polizia ha recuperato circa 3mila chili di cavi di rame.
L’operazione è partita dalla Polizia di Stato di Novara coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Novara. Le indagini, condotte dalla terza sezione della Squadra Mobile, hanno avuto inizio un anno fa, ad aprile, in seguito al controllo e al relativo sequestro di un furgone contenente 1.700 chili di cavi di rame.