Lo smart working per soggetti fragili e genitori con figli under 14 è stato prorogato fino alla fine dell’anno. Altre le novità in arrivo.
Prorogata fino alla fine dell’anno lo smart working per le persone che prestano assistenza agli anziani o hanno figli di età inferiore ai 14 anni.
Tuttavia, questa estensione si applica solo ai dipendenti che lavorano nel settore privato. La Commissione Affari Sociali del Senato, guidata dal senatore di Fdi Francesco Zaffini, ha approvato un emendamento alla normativa sul lavoro per stabilire queste linee guida.
La decisione in merito alla proroga per i lavoratori statali resta in stand by e una decisione potrebbe arrivare nella prossima riunione della Commissione di martedì 13 giugno alle 11:30.
L’incontro affronterà gli ultimi dettagli in merito alla copertura del decreto lavoro. Paolo Zangrillo, ministro per la pubblica amministrazione, deve ancora approvare la proroga.
In una recente intervista, il ministro ha affermato che la pandemia non è più una crisi attuale, e quindi non c’è bisogno urgente di intervenire con i genitori che hanno figli di età inferiore ai 14 anni.
“Attenzione a chi è vulnerabile, però”, ha detto il ministro. Attualmente sono circa 3,6 milioni i dipendenti che lavorano da remoto, pari al 14,9% della forza lavoro complessiva.
La Commissione ha approvato una serie di modifiche innovative, tra cui un emendamento inizialmente proposto da Raoul Russo (FdI) che introduce un “bonus estivo” per i lavoratori del turismo.
Questo bonus mira a far fronte alla carenza di personale nel settore e comporterà un’integrazione speciale del 15% della retribuzione lorda corrisposta dal 1 giugno al 21 settembre 2023, specificamente per il lavoro notturno e gli straordinari nei giorni festivi.
Sarà disponibile per i dipendenti il cui reddito nel 2022 non superi i 40.000 euro.
Approvato anche l’emendamento di Giulia Cosenza (FdI) che consente l’acquisto del “libretto di famiglia” per il pagamento di piccole faccende domestiche o servizi di baby sitter presso poste e tabacchi.
Il futuro degli sgravi per chi assume badanti è al momento incerto, in quanto l’ultimo ostacolo all’ottenimento del fringe benefit sembra essere stato superato.
“Abbiamo individuato la copertura mancante: 190 milioni di euro che verranno utilizzati per far sì che anche i fringe benefit siano esentati dagli oneri previdenziali”, afferma Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento.
Ha annunciato che questa modifica sarà introdotta con un emendamento del relatore, che sarà messo ai voti martedì.
Il relatore osserva che il provvedimento è una dimostrazione di coerenza con i precedenti annunci, e una forma di puro welfare aziendale che può fornire un aiuto alle famiglie.
Tuttavia, il suggerimento avanzato durante il lavoro su commissione di ampliare il pubblico target per includere i dipendenti senza figli non è stato attuato.
Il decreto governativo, invece, definisce allo stato attuale il provvedimento, che innalza da 258 euro a 3mila euro la soglia esentasse per i “risarcimenti in natura” erogati ai dipendenti (come buoni pasto e abbuoni in bolletta), ma solo per chi ha bambini.
Il nuovo emendamento assicura quindi che le prestazioni entro tale soglia saranno esenti da tasse oltre che da contributi.
Sebbene al momento non venga presa in considerazione la proposta di aumentare il limite a mille euro per tutti, e ulteriori 660 euro per ogni figlio, la maggioranza intende riproporre la proposta in maniera più coesa il prossimo anno.
Per chi assume o mantiene badanti per assistere persone anziane non autosufficienti, è prevista l’esenzione totale dai contributi per tre anni.
La modifica riguarda gli anni 2023, 2024 e 2025 e stabilisce che “coloro che assumono o trasformano contratti di lavoro domestico con l’inserimento di assistenti per soggetti non autosufficienti di età superiore ai 65 anni possono beneficiare di un “esenzione contributiva del 100% fino a un massimo di massimo 3.000 euro annui per 36 mesi”.
Tuttavia, tale esenzione non è applicabile se il rapporto di lavoro domestico tra il datore di lavoro e il lavoratore è terminato da meno di 24 mesi.
Nonostante ciò, martedì la commissione Bilancio potrebbe interrompere l’attuazione di questo emendamento a causa di problemi di copertura.
Una delle novità è l’indennità di inclusione, che impone a chi può lavorare con minori di 14 anni di accettare solo offerte a tempo indeterminato entro 80 chilometri o un tragitto di 2 ore con i mezzi pubblici. Inoltre, tale beneficio si estende a coloro che ricevono cure nei servizi socio-sanitari.
La decisione, autorizzata dal Consiglio dei ministri nella seduta del 1° maggio, è stata resa pubblica il 3 maggio sulla Gazzetta Ufficiale.
Una volta ricevuto il nulla osta dal Senato, passerà alla Camera dei Deputati per un riesame secondario, e dovrà essere trasformato in atto legislativo entro la scadenza del 3 luglio 2023.