Sono uguali alle castagne ma sono molto pericolosi: attenzione a non ingerirli

A primo impatto possono sembrare delle castagne, appetibili tanto quanto, invece si tratta di un qualcosa che non va assolutamente ingerito perché è tossico.

Castagne
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Si tratta delle castagne matte, totalmente diverse da quelle commestibili, se le si osserva attentamente si capisce che non sono le classiche castagne che siamo abituati a mangiare.

La raccolta delle castagne è l’attività più amata dai piccoli e dagli adulti, quella che si svolge maggiormente nel corso della stagione autunnale quando si ha del tempo libero. Le raccogliamo e poi le portiamo in tavola, sia cotte, che al forno, in padella, sono buonissime, addirittura si mangiano da crude oppure si usano per preparare i dolci come il castagnaccio.

Inoltre fanno bene anche alla salute perché hanno un alto contenuto di fibre e sono una importante fonte di energia.

Ecco qual è la pianta che dà frutti molto simili alle castagne

Attenzione però perché ogni anno in questo periodo, in molti finiscono in ospedale intossicati, per aver consumato qualcosa che sembra una castagna ma che di fatto non lo è. Si tratta degli ippocastani, che sono molto simili ai frutti del castagno, ma che possono essere pericolosissimi per la salute dell’uomo.

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In particolare ad essere pericolosi sono i suoi semi, racchiusi dentro dei ricci verdi particolari. Contengono sostanze che irritano e provocano vomito, diarrea e disturbi gastrointestinali, si chiamano saponine. Chi ingerisce il frutto dell’ippocastano in elevate quantità, può anche andare incontro ad una sindrome emorragica gravissima.

Come si riconosce il frutto dell’ippocastano

Riconoscere gli ippocastani e quindi distinguerli dalle castagne è facile, basta essere soltanto un pochino più attenti e minuziosi. Le castagne si raccolgono dagli alberi nei boschi a partire dai 300, fino ai 1200 metri di altitudine, questa è la prima differenza perché l’ippocastano si trova anche in città, nei parchi o per le strade.

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La seconda differenza si nota guardando il frutto. Inizialmente il riccio delle castagne è verde, poi quando è maturo diventa marrone. Il riccio degli ippocastani invece rimane verde in qualunque fase anche quando è maturo. Poi si passa agli aculei, che sono molto distanziati fra di loro, mentre il riccio delle castagne ha degli aculei e fitti fitti.

Un’altra differenza sta nelle foglie, mentre quelle del castagno sono singole e seghettate, molto piccole, quelle dell’ippocastano hanno una colorazione particolare che va dal verde brillante al verde chiaro. Le castagne matte si possono quindi riconoscere per dimensioni e per colore. Se gli Ippocastani sono lucidi e sferici, le castagne hanno una forma irregolare meno arrotondata. Questo particolare fa la differenza.

Le proprietà dell’ippocastano, ecco cosa dice l’antica tradizione contadina e come la pianta torna utile in fitoterapia

Secondo gli anziani, l’utilità dell’ippocastano è una, si tratta di una tradizione contadina molto antica che consiglia di tenere un frutto dell’ippocastano in tasca, nella giacca oppure nel cappotto durante l’inverno e l’autunno. Questo perché allontana i malanni di stagione e il raffreddore. 

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In fitoterapia, le proprietà dell’ippocastano si possono sfruttare in mille modi, in particolare grazie ai principi attivi contenuti nei semi. Gli erboristi sono particolarmente attratti da una miscela di saponine e flavonoidi, proprio come con la quercetina e la rutine, che fanno bene all’apparato circolatorio. Aiutano a rafforzare le vene, le arterie e i capillari.

Non per niente il frutto dell’ippocastano viene utilizzato per preparare diversi rimedi naturali che aiutano a contrastare l’insufficienza venosa cronica e che agiscono in modo particolare sugli arti inferiori. Inoltre, la pianta migliora la resistenza e l’elasticità dei capillari, il che è perfetto per coloro che soffrono della sindrome delle gambe stanche. Per concludere con l’ippocastano si prepara anche una pomata miracolosa in grado di velocizzare la guarigione dei lividi e di ridurre gli ematomi. Sono conosciute e riconosciute le sue proprietà antinfiammatorie.

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