A Milano per i centri estivi sono stati stanziati 700 mila euro che sono stati trovati nel bilancio presentato nella giornata di ieri dal consiglio comunale in largo anticipo. La scadenza della legge era segnata per la fine di aprile, ma il comune è riuscito ad anticipare i tempi.
Per qualcuno 700 mila euro possono sembrare tanti. In realtà non lo sono e non basteranno per coprire le spese necessarie.
A dimostrazione di ciò, nel 2022 la spesa per la causa è stata di 3 milioni di euro. Per cui anche se 700 mila euro sono già qualcosa, non si può dire affatto che siano abbastanza.
I centri estivi, come è stato promesso dall’assessora all’educazione nonché vicesindaco, Anna Scavuzzo ci saranno. Lo ha dichiarato proprio la diretta interessata a Palazzo Marino in aula, durante la riunione per l’approvazione del bilancio che va dal 2023 fino al 2025.
La cifra adeguata non è stata raggiunta, dato che lo scorso anno è stato necessario spendere 3 milioni di euro per accogliere 4000 bambini, tra questi 264 disabili che hanno bisogno di qualcosa di più come l’assistenza. Se quest’anno si vorrà fare la stessa cosa ed ottenere lo stesso risultato bisognerà riuscire a trovare molti più soldi da spendere per i centri estivi e impegnarsi un pochino di più.
Il consiglio comunale ha richiesto degli altri soldi più volte, nel corso dei mesi. Spesso le richieste sono state negate. Per esempio quella avanzata da Fratelli D’Italia. Quel che è certo è che come ogni anno gli aiuti sono arrivati, ma soltanto alla fine dell’anno. Essendo già arrivati, quasi ad aprile e non avendo a disposizione importanti somme, si può già affermare che sarà troppo tardi. I soldi servono adesso.
Probabilmente il comune di Milano riuscirà a trovare degli altri soldi magari rinunciare a delle spese non ancora affrontate che possono essere rimandate in un secondo momento. Se nemmeno questo dovesse funzionare, si potrà iniziare un dialogo con Roma e con la Regione.
La cifra che è disponibile almeno per adesso servirà ad aiutare e ad accogliere nei centri estivi 1800 bambini e non oltre, per cui si è molto lontani dall’obiettivo. Sapere che si può garantire il servizio ai piccoli è importante ma non basta perché si deve anche convivere con la paura che qualche bambino non potrà essere accolto e godere dei suoi diritti.