La prima udienza del nuovo processo che vede imputati Rosa Bazzi e Olindo Romano sarà il 1° marzo.
I legali della coppia – condannata per l’omicidio di Raffaella Castagni, Paola Galli, Youssef Marzouk (2 anni) e Valeria Cherubini – hanno chiesto la revisione del processo sostenendo di aver acquisito nuove prove che scagionerebbero i loro assistiti.
La Corte d’Appello di Brescia ha detto sì al ricorso presentato dai legali di Rosa Bazzi e Olindo Romani, i due coniugi condannati alla pena dell’ergastolo per la strage di Erba. La prima udienza del nuovo processo è stata fissata per il 1° marzo. Rosa e Olindo sono accusati della morte di Raffaella Castagna, del figlio di lei – il piccolo Youssef – 2 anni, della madre Paola Galli e della vicina di casa, Valeria Cherubini.
Come riferisce l’Ansa, al termine dell’udienza, i giudici saranno chiamati a decidere su un’eventuale riapertura del processo per valutare i nuovi elementi acquisiti dai legali dei due coniugi.
È l’11 dicembre del 2006, quando divampa un incendio in un condominio sito in via Diaz a Erba, nel Comasco. Vengono allertati i vigili del fuoco, che in pochi minuti sono sul posto. Quello che scoprono i pompieri è però una scena dell’orrore. I vigili del fuoco trovano i corpi di quattro persone, tra cui quello di un bambino di appena due anni. Una quinta persona – Mario Frigerio – marito di una delle vittime (Valeria Cherubini) viene salvato e ricoverato in gravissime condizioni. Per gli altri quattro non c’è più nulla da fare. Frigerio riesce a sopravvivere, grazie a una malformazione alla carotide, e – dopo diversi mesi in coma – racconta agli inquirenti la sua versione dei fatti.
Le vittime di quella che, da allora, verrà ricordata come la strage di Erba, vengono uccise a coltellate e colpi di spranga. Il più piccolo delle vittime, Youssef, viene ucciso con un taglio alla carotide. Quella sera, Valeria Cherubini e il marito vedono del fumo provenire dall’abitazione di Raffaella Castagna, vicina di casa. A quel punto i due vanno in suo soccorso, ma vengono accoltellati e colpiti con una spranga.
Partono le indagini, che inizialmente vanno in direzione di Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna.
I sospetti però cadono praticamente subito, perché l’uomo si trovava nel suo Paese d’origine – la Tunisia – quando la moglie e il figlio venivano uccisi. Le attenzioni degli inquirenti a quel punto virano verso i due coniugi Romano, vicini di casa delle quattro vittime. Rosa Bazzi e Olindo Romano vengono inchiodati dalla testimonianza di Mario Frigerio, che li identifica come i responsabili della mattanza. Nella loro auto vengono poi rinvenute delle tracce di Dna di Valeria Cherubini.
Il 9 gennaio del 2007 Rosa e Olindo vengono arrestati con l’accusa di omicidio. Inizialmente negano ogni responsabilità, poi ammettono di esserci loro dietro la strage e il tentato omicidio di Mario Frigerio. Olindo Romano tenterà poi successivamente di ritrattare la sua confessione, spiegando di essere stato “spinto” a farlo, ma per la giustizia Rosa e Olindo sono colpevoli. Il 26 novembre del 2008 vengono condannati alla pena dell’ergastolo, e tre anni dopo la Corte di Cassazione conferma la sentenza.