Strage di Erba: tra un mese dovrebbe arrivare la decisione sulla revisione del processo. Ecco i dettagli qui di seguito. Tutto quello che c’è da sapere a tal proposito.
Trenta giorni per analizzare l’eventualità della revisione per il processo a Olindo e a sua moglie Rosa. Entrambi gli accusati, in realtà, potrebbero essere innocenti. Rosa Bazzi e Olindo Romano, con una condanna all’ergastolo per via della strage avvenuta a Erba nel 2006, potrebbero veramente non aver fatto ciò di cui sono accusati? Si sta prendendo in considerazione la revisione del processo.
Trenta giorni equivalgono al quantitativo di tempo che hanno a disposizione il Procuratore di Milano e l’avvocata generale Tontodonati. Per fare cosa? Per annunciare le loro considerazioni in merito alla richiesta di revisione sulla coppia di Erba.
Processo che ha ritenuto Olindo e Rosa i personaggi incisivi della strage di Erba, considerando pure la loro condanna in versione definitiva.
È stato il sostituto procuratore Cuno Tarfusser a fare un’esplicita richiesta di tale revisione e ora il compito di decidere spetta proprio al Procuratore e all’avvocato citati poc’anzi.
Intanto bisogna sottolineare che la richiesta di Tarfusser potrebbe anche cadere nel vuoto e, quindi, non arrivare mai alla corte d’appello della città di Brescia. Quest’ultima chiamata a prendere una decisione sulla riapertura del processo.
Nel frattempo la difesa di Olindo e Rosa provvederà a depositare nei prossimi giorni l’istanza per la revisione direttamente a Brescia.
Successivamente i giudici appartenenti alla corte d’appello di Brescia dovranno svolgere un primo esame di ammissibilità. Pertanto soltanto se si riuscirà a superare questo scoglio si andrebbe conseguentemente a decidere la data dell’udienza, inerente la decisione di una probabile riapertura del processo sui coniugi.
Il sostituto procuratore Cuno Taffuser, dal canto suo, ha fatto di tutto per indirizzare verso l’opzione di riapertura del processo, depositando la proposta di riaprire questo caso. Ciò in quanto si è basato su uno sbaglio a livello giudiziario, che avrebbe ingiustamente portato alla condanna finale Olindo Romano e Rosa Bazzi. Questi ultimi hanno ricevuto la condanna per un crimine terribile, ovvero quello nei confronti di Raffaella Castagna, del figlio di soli 2 anni Youssef Marzouk, della nonna Paola Galli e infine della vicina di casa Valeria Cherubini.
Dunque il procuratore generale milanese ha l’arduo ruolo di decidere se passare l’istanza ai giudici bresciani, ma soltanto dopo averla studiata minuziosamente.
I motivi che hanno portato a una richiesta del genere si basano fondamentalmente sulla convinzione da parte del sostituto procuratore, che potrebbe trattarsi di un clamoroso errore giudiziario.
Infatti internamente alle 58 pagine della richiesta di revisione, si provano a far cadere le tre prove più importanti. Prima di tutto si studia la versione di Mario Frigerio, che in più occasioni è cambiata.
Difatti inizialmente non ricordava nulla, poi ha illustrato l’identikit di un ignoto con la cute tendente all’olivastro. Solo dopo queste prime versioni ha accusato Olindo, il vicino di casa.
Ne consegue che la sua memoria sia ritenuta non veritiera e, allo stesso modo, si considerano del tutto false e indotte le confessioni da parte di Rosa e Olindo.
Tarfusser ha descritto l’indagine incompleta e che non ha preso in considerazione delle soluzioni opzionali.
Infine non è nemmeno convinto dalla modalità in cui è stata repertata la macchia di sangue di Valeria Cherubini, individuata esattamente sul battitacco della vettura di Olindo.
Dunque oltre a queste tre prove che non convincono assolutamente il sostituto procuratore, all’interno della richiesta di revisione ha inserito pure delle ulteriori e nuove testimonianze. Una di queste riguarda un tunisino che aveva degli affari con il fratello di Azouz Marzouk, il compagno e il papà di due delle persone uccise in quel modo così brutale.
Questo comporterebbe quindi una pista completamente differente, cioè un regolamento di conti fra due bande rivali, in contrasto per motivi legati allo spaccio della droga. Tutto questo sarebbe poi scaturito nella tragedia avvenuta nella casa di via Diaz. Un appartamento che, in base alla sua narrazione, veniva utilizzato per nascondere sia la droga che i soldi.
In merito alla vicenda già alcuni cronisti avevano espresso determinati dubbi sulla colpevolezza dei due coniugi.
Ora oltre loro c’è anche il procuratore del capoluogo lombardo a chiedere che la Magistratura consideri un’eventuale revisione del processo.
Praticamente la coppia ormai nota a tutti a causa della strage avvenuta a Erba, sarebbe in realtà del tutto estranea alle uccisioni avvenute in quella casa.
Ciò corrisponderebbe perciò a un incredibile sbaglio a livello giudiziario.
Cosa accadde 17 anni fa
Ecco che dopo ben 17 anni adesso anche la pubblica accusa è mossa da titubanze, nei confronti di tutto ciò che è stato eseguito ai tempi dell’episodio di cronaca nera.
Quindi ora non ci resta che attendere la decisione che si prenderà, per capire se veramente marito e moglie avranno un’opportunità per dimostrare la loro innocenza. Ma facciamo un passo indietro.
Il fatto a cui si sta facendo riferimento è accaduto nel 2006, esattamente l’11 Dicembre. Erano circa le 20 e 30 quando in provincia di Como si è vissuto un vero incubo.
In via Armando Diaz a Erba, si è verificata una vera strage. Olindo Romano e Rosa Bazzi sembra abbiano aggredito in pochi minuti in modo selvaggio alcuni condomini, fino ad arrivare a uccidere quattro persone, tra cui un bambino piccolo di due anni e una donna adulta.
Il tutto si è consumato attraverso l’uso di coltelli e spranghe. Ma non ci si è limitati a fare solo questo dal momento che si è scelto d’incendiare anche l’appartamento. In seguito alla strage i responsabili sono tornati a casa. Ricordiamo che tra le vittime di tutto questo c’è Raffaella Castagna, di soli 30 anni, che è stata uccisa in modo barbaro con una spranga e 12 accoltellate.
Per poi essere sgozzata. Tra le altre vittime abbiamo Paola Galli, di 80 anni.
Anche la donna è stata uccisa in modo violento. Tra gli altri bersagli di questa strage abbiamo Youssef Marzouk, un bambino di soli 2 anni.
A causa di tutto questo è morta anche Valeria Cherubini, di 55 anni, che aveva scelto di aiutare le vittime ma alla fine è stata colpita anche lei con 34 accoltellate. Per poi morire soffocata a causa del fumo.
L’unico a salvarsi? Mario Frigerio, nonché compagno di una delle vittima. Anche lui è stato colpito con violenza ma per fortuna è riuscito a salvarsi. Come detto è stato proprio lui a dare delle dichiarazioni che però sembrano non essere veritieri al 100 per cento. Ecco che oggi si attende la decisione che si prenderà per capire se effettivamente Rosa e Olindo sono innocenti oppure no.