Un padrone ha fatto tagliare le orecchie del proprio cane, un dogo argentino, per farlo apparire più aggressivo. La pratica è assolutamente illegale. É stato denunciato per maltrattamenti su animale
Tagliare le orecchie ai cani è una pratica anacronistica e da parecchi anni anche illegale nel nostro paese. Alcuni standard di “bellezza” sono stati imposti nei decenni pure ai nostri amici a quattro zampe, ignari del grave torto che veniva loro imposto.
La conchectomia (pratica di amputare le orecchie) e la caudectomia (stessa cosa ma riguardo la coda) sono delle vere e proprie mutilazioni che adesso sono considerate assolutamente fuori legge. Venivano realizzate su particolari razze unicamente per fini estetici o per farle apparire più aggressive. Non hanno, infatti, nessun fine per il benessere e la salute dell’animale. Alcuni addirittura mettevano in atto queste operazioni solo in sedazione con anestesia locale. Nessun veterinario degno di questo nome oggi farebbe più una cosa del genere. I cani che subiscono un intervento del genere soffriranno parecchio nella fase post-operatoria, specialmente durante il cambio delle medicazioni e durante la pulizia delle cicatrici. Inoltre, dovranno assumere farmaci come antidolorifici e antibiotici.
Arcisate, nel Varesotto: padrone denunciato per aver tagliato le orecchie ai propri cani
Per i motivi appena citati, un uomo di circa 30 anni, originario di Arcisate, nel Varesotto, ha portato i suoi due esemplari di dogo argentino a una visita veterinaria. É così scattata immediatamente la segnalazione ai carabinieri forestali.
Il taglio delle orecchie nei cani è consentito ormai solo se ci si trova di fronte a motivi sanitari. Non era questo il caso. Dal 2010, infatti, il nostro Paese ha sottoscritto una regola inserita nella Convenzione europea di Strasburgo per la protezione degli animali da compagnia, che vieta in modo categorico la conchectomia per fini estetici, consentendola esclusivamente per fini sanitari, ove non se ne possa fare a meno. Motivi che, ovviamente, devono essere dimostrati ed enunciati da un medico veterinario abilitati.
L’uomo non è riuscito così ad evitare una denuncia per maltrattamento su animali. Cosa rischia adesso? Si va dalla reclusione da 3 a 18 mesi a una multa da 5mila fino a 30mila euro.