Tra smog e siccità, ecco i cambiamenti climatici di Milano

E’ allarme smog a Milano. Purtroppo a causa dell’assenza di piogge dell’ultimo periodo, le campagne sono sempre più a rischio siccità, mettendo in serio pericolo la preparazione dei terreni per le semine delle prossime settimane. A lanciare il grido di allarme è la Coldiretti Lombardia, notando gli effetti dell’alta pressione sull’Europa e lasciando senza pioggia per almeno i prossimi 7 giorni.

Fiume
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La città di Milano e le sue campagne si stanno trovando a fronteggiare gli effetti di un  vero e proprio cambiamento climatico.

Smog e siccità

La città di Milano e le campagne vicine si trovano alle prese con smog e siccità a causa dell’assenza di pioggia provocata dall’alta pressione la quale ne avrà ancora per i prossimi 7 giorni.  Nel capoluogo lombardo, molto probabilmente nella giornata di giovedì, potrebbe scattare il blocco del traffico per combattere l’inquinamento dei veicoli in circolazione.

Nelle campagne, invece, l’assenza delle piogge ha provocato dei disagi nei terreni per le semine delle prossime settimane. Tale anomalia è prevalentemente diffusa sia lungo il fiume Po completamente a secco che al Ponte della Becca, a Pavia.

“La situazione è peggiore di quella dello scorso anno quando si è registrato una perdita di almeno 6 miliardi di euro nei raccolti a causa della siccità”.

Queste le parole dichiarate dalla Coldiretti Lombardia mettendo in serio rischio la produzione della Pianura Padana.

Gli effetti del cambiamento climatico

L’assenza di pioggia in Lombardia sta mettendo a dura prova le campagne vicino Milano, oltre che uno dei fiumi più grandi d’Italia, il Po, rimasto completamente a secco. Una situazione di un vero e proprio disagio di anomalia climatica. Ovviamente tanti altri percorsi fluviali del settentrione stanno vivendo questa problematica, registrando persino uno scatto potenziale idrico.

Risaia
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La Coldiretti Lombardia, ha stimato che a causa della mancanza d’acqua, quest’anno verranno coltivati quasi 8 mila ettari di riso in meno, questo secondo le ultime previsioni di semina. Dei numeri davvero rilevanti se consideriamo che l’Italia risulta essere leader europeo con la metà dei raccolti.

“Dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dai grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano ai salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello fino alla frutta e alla verdura la produzione della food valley, rappresenta la punta di diamante del Made in Italy alimentare in Italia e nel mondo”.

Queste le parole della Coldiretti in una nota, sottolineando la gravità della situazione rispetto al 2022.

 

 

 

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