Carcere di Opera a Milano. Finite sotto accusa 30 persone tra detenuti e familiari per traffico di droga (anche internazionale) e una sfilza di altri reati. Le indagini sono state coordinate dalla Dda
Un’indagine messa in moto dalla Dda di Milano dal 2019, coordinate dai pm Gianluca Prisco e Francesco De Tommasi e finalizzate dai carabinieri e dalla polizia penitenziaria, ha portato alla luce un traffico di droga all’interno del Carcere di Opera di Milano.
L’inchiesta ha portato ieri (26 aprile 2023) all’arresto e/o al fermo di 30 persone. Sono state scoperte delle piazze di spaccio all’interno del penitenziario sito nel capoluogo lombardo. A quanto pare, nel reato sono coinvolti anche alcuni familiari dei detenuti. Essi gestivano l’ingresso sia delle sostanze stupefacenti che dei telefoni cellulari all’interno del carcere per garantire una comunicazione sempre aperta con esponenti di spicco di gruppi di narcotrafficanti. Questi ultimi sarebbero operatici in alcuni quartieri periferici della città meneghina: Barona, Gratosoglio, Comasina e Quarto Oggiaro, Rozzano. Il traffico era destinato anche a Pavia e a zone al di fuori del territorio lombardo: in Campania, in Emilia-Romagna con diramazioni internazionali come in Spagna, specialmente a Malaga e Barcellona.
Sono trenta le persone arrestate per il reato di traffico di droga che parte dal Carcere di Opera. A loro si imputano altri reati come riciclaggio, estorsione, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco. Ventidue tra gli indagati hanno subito un’ordinanza di custodia cautelare (18 individui la stanno scontando in carcere e 4 ai domiciliari).
In una nota diramata dal procuratore Marcello Viola, si evince che, inoltre, sono stati sequestrati 240 mila euro in contanti e 329 chilogrammi di sostanze stupefacenti. Altre persone sarebbero indagate in questo momento (si tratta di circa 90 individui). I capi di imputazione, invece, sarebbero oltre 150.
Gli investigatori avrebbero identificato due gruppi criminali. Il primo è operativo nelle case Aler di Rozzano. Si occupava di cessione, importazione, trasporto e vendita di quantitativi di sostanze illegali come cocaina, hashish e marijuana. Il secondo si trova in zona Sempione. Sarebbe stato attivo nel settore del traffico internazionale di hashish e marijuana. A tal proposito, è interessata in particolare la città spagnola di Badalona.