La tranquillità economica in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo attualmente, è fondamentale. Per questo motivo oggi affrontiamo un argomento delicato come la liquidità del proprio conto corrente.
Abbiamo visto già in articoli precedenti, che un conto corrente stabile può significare addirittura andare in pensione prima, senza aver paura di prosciugarlo completamente. Adesso invece cercheremo di capire – alla luce delle problematiche attuali – quando dobbiamo avere sul conto corrente non per perseguire uno scopo in particolare, ma più generalmente per vivere una vita serena.
Sembra una cosa per lo più materiale il conto corrente, invece è uno strumento importante per tenere al sicuro i propri soldi ed eventualmente farli fruttare tramite le opzioni messe a disposizione per i propri clienti, dai vari istituti bancari e postali.
Sono tante le famiglie che vi fanno affidamento per avere una sorta di scialuppa di salvataggio quando ci sono spese impreviste o nei mesi in cui tirare fino al 31 con il solo stipendio risulta complicato.
In effetti non è difficile che si presentino difficoltà a causa del carovita, quindi bollette salate, prezzi dei carburanti alle stelle, inflazione e quant’altro.
Secondo le rilevazioni della Banca d’Italia, sono sempre di più coloro che puntano a risparmiare il più possibile per paura di trovarsi senza liquidità o che si presentino scenari tragici simi a quello della pandemia per intenderci, che economicamente ha bloccato il Paese.
In totale, dalle analisi è emerso che i risparmi depositati sui conti correnti ammontano a oltre 1.250 miliardi di euro. Ma quale cifra è consigliabile conservare per potersi dire tranquilli?
Non è facile determinare l’importo giusto per stare tranquilli economicamente e in realtà non c’è un’unica risposta a questa esigenza. Possiamo però sottolineare alcune linee guida.
La prima è la regola del 50-30-20, ovvero: 50% delle entrate mensili per le spese essenziali, il 30% per quelle superflue e il 20% per il risparmio. In questo modo sarà possibile mantenere i soldi necessari per coprire le spese ordinarie per alcuni mesi, ma anche creare un fondo di emergenza (la percentuale risparmiata) a cui attingere per spese non previste.
Per essere più sicuri sui passi giusti da effettuare è possibile lasciarsi assistere da un consulente finanziario che stabilirà il giusto piano di risparmi in base alle esigenze di ogni cliente, che sono diverse di volta in volta.
Ci sono infatti alcuni aspetti insidiosi che in autonomia è difficile gestire. Infatti, mantenere i soldi sul conto corrente comporta dei rischi che si potrebbero tradurre in perdite economiche. Parliamo ad esempio di: costi di gestione del conto corrente, i tassi di interesse, l’inflazione che agisce come una sorta di tassa sui risparmi che vengono depositati, la possibilità di prelievo forzoso, il limite di garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi che si fa garante dei soldi depositati in caso di difficoltà della banca ma che copre un tetto di massimo 100mila euro.
Quindi: risparmiare sì ma con attenzione e intelligenza.