Trapper condannati per rapina con odio razziale. Il Tribunale di Monza emette sentenza storica contro Jordan Jeffrey Baby e Traffik
Il Tribunale di Monza ha emesso una sentenza definitiva nei confronti di due noti rapper: Jordan Jeffrey Baby e Traffik. I giovani sono stati riconosciuti colpevoli di una rapina avvenuta un anno fa ai danni di un uomo di 42 anni di origine nigeriana. La condanna, che ha portato a quattro anni e quattro mesi di reclusione per Jordan Jeffrey Baby e cinque anni e quattro mesi per Traffik, ha subito un inasprimento ulteriore. Il motivo è la presenza di un movente discriminatorio: l’odio razziale. La giudice Angela Colella, nel pubblicare le motivazioni della sentenza, ha sottolineato come i due rapper abbiano intimidito e umiliato la vittima unicamente a causa del colore della sua pelle.
Trapper condannati per rapina con aggravante dell’odio razziale: si tratta di Jordan Jeffrey Baby e Traffik
La rapina, inoltre, è stata documentata e divulgata attraverso un video pubblicato su YouTube. Questo elemento ha ulteriormente evidenziato l’aggravante dell’odio razziale. Si vede la persona offesa immobile per la rabbia e la frustrazione, mentre i trapper gettavano la sua bicicletta sui binari. Ciò conferma in modo inequivocabile la presenza di un sentimento discriminatorio. La notorietà dei due rapper sul web è stata presa in considerazione dalla giudice. Quest’ultima ha avvertito il pericolo che le loro azioni potessero essere “facilmente emulate dai loro giovanissimi seguaci”.
La sentenza rappresenta un segnale chiaro contro l’odio e l’intolleranza nella società. La condotta dei rapper ha dimostrato di poter generare sentimenti di discriminazione verso gruppi etnici, rappresentando un pericoloso esempio per i giovani. Pertanto, oltre alla reclusione, i due artisti dovranno pagare un risarcimento danni di diecimila euro alla vittima, come simbolo della riprovazione della società nei confronti di simili azioni discriminatorie.
Questa condanna serve come monito e un chiaro messaggio contro l’odio razziale, dimostrando che nessuno è al di sopra della legge e che il sistema giudiziario è pronto ad agire per preservare la giustizia e l’uguaglianza per tutti i cittadini.