Un altro incidente che ha visto un giovane uomo tuffarsi in un fiume e non riemergere, ora è in ospedale in gravi condizioni.
Un altro giovane uomo si trova in gravi condizioni dopo un tuffo in un fiume. L’incidente è accaduto nel pomeriggio di lunedì 7 agosto. Intorno alle 14.30 a Lavertezzo, nella zona Ponte dei salti in Valle Verzasca in Ticino, un 33enne, di origini cinesi e residente nel milanese, si è tuffato nel fiume.
Non vedendolo riemergere, una persona presente in quel momento, si è tuffata ed è riuscita a riportarlo a riva. Sul posto sono subito arrivati i soccorsi, sia gli agenti della polizia cantonale che i soccorritori del Salva e della Rega. Dopo averlo stabilizzato, i sanitari lo hanno trasportato in codice rosso in eliambulanza all’ospedale.
Al momento il giovane uomo è ancora ricoverato in ospedale e le sue condizioni non sembrano essere migliorate. Come già detto più volte, le acque dei fiumi e dei laghi lombardi sono tanto invitanti quanto pericolose. In particolare per gli stranieri che non ne conoscono le caratteristiche.
I fiumi, in particolare, con le loro acque fredde, nascondono pericoli sconosciuti a coloro che non sono del posto. Le acque, spesso, cristalline, sono un richiamo nelle giornate particolarmente calde. In questi casi è meglio farsi il bagno o tuffarsi solo se si è bravi nuotatori.
Non solo, ma anche le condizioni fisiche devono essere perfette. Meglio, infatti, non entrare nei fiumi se si ha mangiato o bevuto, e nemmeno se si è troppo accaldati. Lo schock termico, infatti, potrebbe essere fatale. Inoltre è bene non sottovalutare mai la forze delle correnti.
Per cercare di evitare morti inutili, l’Ausl di Piacenza, la provincia in cui, nel fiume Trebbia, sono già 5 le vittime annegate in 40 giorni, ha deciso di diffondere alcune raccomandazioni. Per prima cosa non immergersi in acque che non si conoscono se non si sa nuotare.
Non entrare in acqua se ci sono cartelli di divieto di balneazione e nemmeno se si è stanchi, se si è bevuto alcolici o fatto uso di qualsiasi altra sostanza. Particolare attenzione va data ai bambini che “devono stare al massimo alla distanza di un braccio dall’adulto di riferimento“.
Una delle cause di annegamento potrebbe essere la sindrome da idrocuzione. Si tratta di una sincope da immersione rapida in acqua. Se quest’ultima è particolarmente fredda, in casi limite può portare ad un arresto cardiorespiratorio. Quindi, calcolare bene il tempo della digestione prima di immergersi.
Inoltre, non tuffarsi dopo essere rimasti al sole per lungo tempo. La temperatura corporea, in questo caso, può arrivare ai 37 – 39 gradi, mentre quella delle acque di un fiume o di un lago è molto più bassa, e in genere non supera quasi mai i 18 gradi.
In questo caso il cervello riceve un sovrastimolo e crea uno “shutdown”, uno spegnimento, del sistema. Di conseguenza la respirazione si ferma e si sviene. Poichè l’ acqua dei fiumi e dei laghi è dolce, non è in grado di sostenere il corpo che, di conseguenza, affonda. Meglio entrare poco alla volta per abituare il corpo allle acque fredde.