A Seregno, in provincia di Monza, una signora, mentre puliva la casa del papà defunto, ha ritrovato un’arma del 1915
La signora, una donna di 50 anni, stava svolgendo dei lavori domestici nella casa del papà che, oramai, non c’è più. Ed è così che ha ritrovato delle armi di cui non conosceva l’esistenza. A prima vista le sono sembrati innocui, ma ha, comunque, preferito chiamare i carabinieri della stazione di Seregno, un comune della provincia di Monza e Brianza.
Gli agenti delle forze dell’ordine, una volta entrati in casa ed aver visto l’arma, hanno accertato che si trattava di un fucile artigianale e non presentava nè un numero di matricola nè una marca. Insieme hanno rinvenuto anche un proiettile. Si trattava, in realtà, di un colpo di artiglieria antiaerea, calibro 35mm.
Entrambe le armi risalgono al lontano 1915, ai tempi, cioè, della Prima guerra mondiale. E’, in seguito, intervenuta la Squadra artificieri del comando provinciale di Milano che ha messo sia l’arma che il colpo d’artiglieria in sicurezza. La signora non si era, ovviamente, resa conto di quanto fossero pericolose le armi che aveva ritrovato.
Questo episodio è utile per ricordare come agire nel caso in cui ci si trovasse di fronte ad un ritrovamento del genere. Per prima cosa non toccarlo. Poi, chiamare subito le forze dell’ordine che si occuperanno di mettere in sicurezza l’ordigno nel modo giusto. Non è il caso, nemmeno, che lo si sposti o lo si ricopra con un qualsiasi tipo di materiale.
Quindi è bene anche ricordare di allontanarsi il prima possibile e tenere lontano anche chi vorrebbe avvicinarsi. Si tratta di un ritrovamento non così inisuale in Italia. Ogni anno, secondo i dati forniti dall’Associazione Vittime di guerra, nella nostra penisola si ritrovano fino a 60.000 ordigni risalenti alle due grandi guerre e di qualsiasi genere.
Si possono trovare semplici proiettili fino alle bombe d’aereo. Al di là delle dimensioni sono, comunque, tutti, potenzialmente pericolosi. Nelle bombe, per esempio, l’unica parte che si deteriora è la spoletta che rende l’ordigno molto instabile. Gli iscritti a questa associazione, infatti, sono per la maggior parte vittime di ordigni inesplosi.
Per esempio, un giovane ragazzo ha perso la vista ed una mano a causa di una bomba a mano che apparteneva all’Esercito italiano durante il secondo conflitto mondiale. Ora, certamente, ci sono molte più informazioni rispetto agli anni passati e certi incidenti si verificano raramente, ma non per questo si deve abbassare la guardia.
E’ di due giorni fa, infatti, la notizia di un giovane uomo di 30 anni morto proprio in seguito all’esplosione di un residuato bellico. La tragedia è avvenuta nel vicentino, in località Stoccareddo a Gallio. L’uomo stava aiutando alcuni operai che si trovavano a lavorare nel cantiere della sua casa. Stavano posando il cappotto termico, quando, ha visto un tubo che fuoriusciva dal muro.
L’uomo si è avvicinato per tagliarlo con una sega circolare, ed è proprio in quel momento che l’ordigno è esploso ferendo molto gravemnete il 30enne. Dai rilievi fatti in seguito sembra che si trattasse di un residuato bellico risalente al primo conflitto mondiale. E’ rimasto latente per tutti questi anni e, probabilmente, è stato innescato dalla scintilla provocato dall’attrezzo usato.