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Cronaca

Trovati pesticidi oltre il limite di legge nella falda acquifera di Manerbio

Un’azienda bresciana si trova sotto inchiesta per inquinamento, i parametri sono più elevati rispetto a quelli consentiti dalla legge.

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I parametri degli inquinanti sono risultati più elevati di quanto sia consentiti dalla legge. I dati sono emersi grazie alle rilevazioni di Arpa, ossia l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.

Questo ente della pubblica amministrazione, opera in ogni regione italiana, per garantire ai cittadini la sicurezza di vivere in un ambiente non inquinato. Ma non è così per la falda acquifera di Manerbio.

I tecnici hanno evidenziato la presenza di sostanze tossiche nella falda di Manerbio, in provincia di Brescia, nei pressi dell’azienda Finchimica. Uno stabilimento enorme a ridosso del casello autostradale, che produce agrofarmaci.

Arpa avrebbe rilevato una concentrazione di 3,4-Dicloro-benzotrifluoruro pari a 1980 microgrammi al litro, mentre la soglia fissata dall’Istituto Superiore di Sanità è di 21 microgrammi.

Diverse le sostanze tossiche riscontrate da Arpa

E anche il 4-Cloro-benzotrifluoruro pari a 1960 microgrammi al litro, contro un valore limite di 21. Inoltre idrocarburi, 1800 microgrammi al litro con il limite di 350 mg ed altre sostanze che non sono ancora normate.

In particolare si tratta del 2,6-Dicloro-4-tirfluorometilalinina, per il quale l’agenzia della protezione ambiente aveva già chiesto alle autorità competenti di intervenire per stabilire un limite, ma non ha mai otttenuto risposta.

Tra l’altro, solo qualche settimana fa l’azienda in questione aveva ottenuto il permesso dalla provincia di Brescia di produrre erbicidi con fungicida AM29, che comporterebbe l’ampliamento della struttura produttiva.

La cittadinanza si è mossa attraverso il gruppo Conoscere&Partecipare per saperne di più. Ha fatto così richiesta al Comune per potere visionare tutta la documentazione al riguardo.

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In tutta risposta l’ente ha negato l’accesso agli atti. Il comitato ha sottolineato che tale diniego è una contravvenzione al Codice dell’ambiente, e va contro quanto stabilito dalla legge.

Infatti il decreto legislativo 195 del 2005, prevede che ogni cittadino ha il diritto di chiedere documenti sull’ambiente ed il paesaggio nel territorio nazionale. Il richiedent,e inoltre, non è tenuto a dimostrare che vi sia un interesse giuridicamente rilevante.

Gli abitanti del paese sono, comunque, riusciti ad avere tutte le informazioni inerenti ai dati allarmanti portati alla luce da Arpa.  Il caso è arrivato anche a conoscenza del governo, grazie ai deputati di Europa Verde.

Interrogazione parlamentare depositata da Europa Verde

Angelo Bonelli e Devis Dori, commissario del partito a Brescia, hanno depositato una nuova interrogazione parlamentare. Si sono rivolti al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ed a quello della Salute Orazio Schillaci.

La richiesta fatta loro è quella di sapere che cosa intendono fare al fine di scongiurare eventuali pericoli. Non solo per l’ambiente, ma naturalmente anche per la salute dei cittadini.

Inoltre, i parlamentari chiedono la verifica della situazione da parte del Noe, Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri nel più breve tempo possibile, al fine di valutare la gravità della situazione.

Altri rilievi per capire i danni per l’ambiente e la salute

La Procura di Brescia ha aperto un fascicolo sulla Fnchimica, per l’ipotesi di reato di inquinamento ambientale. Nel registro degli indagati c’è l’amministratore delegato.

Insieme a lui anche il responsabile del settore ambientale. I tecnici dovranno fare altri rilevi anche per capire fino a che punto si è diffuso l’inquinamento nella falda acquifera.

Published by
Liana Cinelli