Truffa al test della patente, in 4 con gli auricolari

Quattro uomini tra i 36 e i 43 anni hanno tentato di raggirare i commissari d’esame della Motorizzazione Civile: denunciati dalla polizia

Patente di guida
Patente di guida-Imilanesi.it

Durante la teoria per l’esame della patente, gli esaminatori hanno trovato quattro persone che si facevano dare le risposte da casa. E’ successo a Milano. Gli esaminandi stavano truffando i Commissari d’esame con l’aiuto di alcuni suggeritori. Le autorità hanno denunciato quattro uomini di origine cinese con un’età compresa tra i 36 ed i 43 anni.

La tattica usata dai responsabili è stata quella di utilizzare la tecnologia. Avvalendosi di cellulari e di telecamere cercavano di ottenere tutte le risposte ai quesiti proposti per superare lo step della parte teorica necessaria per poi ottenere, infine, dopo la pratica, il documento di guida.

Quattro i truffatori di orgine cinese

Tutto è successo qualche giorno fa. Responsabili per le indagini gli agenti del commissariato Bonola, in coordinazione con il dirigente Antonio D’Urso. I truffatori sono due uomini di quarant’anni, uno di 26 e l’altro di 43 anni. Tutti connazionali di origine cinese. Seduti nelle rispettive postazione hanno attuato il loro piano, ma non è andata come speravano.

I poliziotti competenti per il caso hanno rivolto il loro interesse anche verso coloro che rilasciano gli attestati per l’esame in lingua italiana, perchè, forse, tutto potrebbe cominciare proprio da lì. Questi test vengono effettuati da enti o associazioni specifici, i quali si devono occupare, anche, dell’aspetto linguistico.

auricolari
Auricolari-Imilanesi.it

Il superamento dell’esame di italiano è indispensabile sia per ottenere il permesso di soggiorno che, naturalmente, per fare la patente per guidare. In collaborazione con la motorizzazione civile, gli investigatori si sono concentrati sulle persone segnalate. I signori in questione non erano iscritti presso una scuola guida.

Avevano fatto regolare domanda per partecipare all’esame di teoria da privatisti. Ma questa volta non è andata come speravano. La modalità era ingegnosa e già conosciuta, collaudata da altri. Gli uomini avevano una strumentazione ad hoc che tenevano ben nascosta e fissata sotto gli indumenti.

Usavano cellulari ed auricolari

Attraverso questa potevano ricevere le risposte giuste per tutti i 30 quiz presentati. Naturalmente non dovevano rischiare errori, tutto doveva essere perfetto. Una parte dell’equipaggiamento consisteva in una telecamera posizionata all’altezza del petto per visionare le domande. La risposta arrivava dall’auricolare.

Ma per i quesiti a scelta multipla servivano due ricevitori. Ecco che, sotto i pantaloni, attaccati alle gambe vi erano due cellulari, che dovevano segnalare il vero o il falso. A seconda dell’impulso emanato dai dispositivi, l’esaminando sapeva che cosa doveva rispondere, se mettere un segno sulla V o sulla F.

Sono stati, però, colti in flagrante e denunciati. Da tale imput le autorità si sono messe a cercare anche altro. Gli agenti, infatti, si stanno occupando di trovare i collegamenti necessari per capire se ci siano altri responsabili. Potrebbero esserci delle reti organizzate che si occupano di dare supporto e, quindi, altri casi da smascherare.

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