In questo articolo si parlerà di una vera e propria truffa fatta ai danni di un uomo. Secondo la procura, i responsabili catanesi dovranno rispondere di diversi reati.
Sono due i truffatori di cui si parlerà a proposito di una vera e propria truffa fatta ai danni di un professionista della Lombardia. Come si vedrà l’uomo vittima della truffa è stato ingannato in modo subdolo. Per i dettagli basterà leggere qui di seguito.
Come accennato poc’anzi, sono due i responsabili di una truffa aggravata fatta ai danni di un uomo che è stato raggirato in modo subdolo e meschino. I due truffatori, per questo, dovranno rispondere di diversi reati come autoriciclaggio, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.
La vittima di tutto questo è un professionista della Lombardia e come vedremo è stato derubato con l’inganno. Le indagini che risultano essere già chiuse dalla procura di Catania hanno infatti confermato che si tratta di una truffa da 1.8 milioni di euro.
Ma cos’è successo?
Sembra che sia stata utilizzata gran parte di questa somma per acquistare un immobile che è stato intestato in modo fittizio a una società maltese. I due truffatori catanesi di 38 e 36 anni insomma hanno sfruttato quella che è la complessità del sistema bancario estero per agire questa truffa. Sembrerebbe però esserci anche un terzo indagato, ovvero chi rappresenta legalmente la società maltese in questione.
Lui dovrà rispondere dei reati di riciclaggio e di aver trasferito in maniera fraudolente denaro. Intanto il gip non è rimasto fermo e ha immediatamente ordinato la requisizione di 135mila euro e del bene.
Gli accertamenti della Polizia economico-finanziaria della guardia di finanza del Catanese sono arrivati alla conclusione che al professionista 38enne, a causa di un ipotetico ‘fermo’ dei fondi causato da un ente britannico presso il conto corrente della società di Londra di progettazione, si sarebbe avanzata l’opportunità di una veloce risoluzione del problema grazie all’aiuto del 36enne, nonché il truffatore, che si era presentato nei panni di un rappresentante bancario.
Ecco che dunque la procura dice che per risolvere questo problema, i truffatori hanno pensato a un trasferimento temporaneo dei soldi presso un ulteriore conto in Svizzera intestato al professionista con il successivo versamento di ben 135mila euro su un conto dato dal 36enne che è stato poi ricondotto alla “Fondazione vita e salute”, rappresentata a livello legale da uno dei due, quello più grande.
Ma non finisce mica qui: ulteriori indagini fatte dal nucleo Pef delle fiamme gialle di Catania, che ha seguito l’inchiesta ‘Doppio pacco’, affermano come dopo aver trasferito circa 1,65 milioni di euro dal conto londinese a quello svizzero, la vittima abbia incontrato altre difficoltà inerenti l’attivazione di un nuovo vincolo e sia stata accusata dall’istituto di credito elvetico di presunto riciclaggio di denaro.
In realtà abbiamo visto però che la verità è venuta a galla e che i due truffatori hanno agito all’insaputa dell’uomo vittima della truffa.
Ecco che quindi si è arrivati a capire che 1,15 milioni di euro sono stati utilizzati per acquistare un immobile di pregio che è stato intestato in modo fittizio a tale società maltese, che come abbiamo visto era rappresentata a livello legale da un terzo complice.