Truffa per finanziamenti Ue: si parla del sequestro di più di 2 mln a un’azienda vinicola. I dettagli qui di seguito. Le notifiche e la collaborazione tra diverse figure per risarcire il danno in tempi brevi.
Succede a Milano: si parla della truffa per finanziamenti Ue e del fatto che si è provveduto al sequestro di circa 2 mln ad un’azienda. La procura regionale sembra aver eseguito tale sequestro per delle motivazioni ben precise. Quello che c’è da sapere a tal proposito.
Come accennato poco fa, si parla della truffa per finanziamenti Ue. Nello specifico si parla del fatto che la procura della Corte dei Conti per la regione lombarda ha provveduto a eseguire il sequestro di ben 2.085.810 euro.
Ad autorizzare questo è stato il presidente giurisdizionale e il tutto è stato attuato a carico di un’azienda vitivinicola, nonché azienda a cui sono destinate delle somme a livello pubblico per finanziare il progetto ‘Native Grapes Academy’.
Si parla di un progetto che ha come scopo quello di portare a un rafforzamento se si parla di competitività a livello agricolo, in riferimento ai settori dell’Unione Europea.
Questo progetto sembra avere un altro fine: migliorare quella che è la condizione a livello economico dei prodotti originari dell’Unione Europea mediante atti informativi e attività che possano promuoverli anche in altri paesi.
L’attività a livello istruttorio, fatta con la collaborazione della procura europea e della polizia finanziaria della città di Milano, ha permesso di poter inviare la notifica anche a chi ha eseguito tale progetto e agli amministratori. Non solo, la notifica è stata inviata anche al consulente delle società che si è provveduto a nominare per le questioni inerenti il progetto e le sue attività.
Le indagini condotte hanno provveduto a ricostruire il sistema contestato per aver eluso i criteri rigidi che erano previsti dall’apposito bando per erogare i finanziamenti.
Sembra dunque che lo scopo illecito sia stato raggiunto mediante alcuni accorgimenti specifici. Si è innanzitutto provveduto a individuare chi sarebbe stato l’esecutore del progetto mediante delle procedure ovviamente non veritiere, ma solo di facciata.
Inoltre si è stipulato un contratto tra l’esecutore e chi avrebbe dovuto percepire il finanziamento.
Un contratto questo che in apparenza doveva non essere dipendente dal progetto ma nella realtà dei fatti doveva nascondere qualcosa. Cosa? La retrocessione all’azienda che ha beneficiato di importi pari a una percentuale del 35% del sussidio pubblico ricevuto.
I danni avuti in seguito a questi illeciti sono stati quantificati per un importo di 2.085.810,96 euro. Parliamo di illeciti che derivano dal modo in cui si sono ottenute le risorse dell’Ue e dal modo in cui si sono impiegate.
L’importo individuato sembra essere pari al finanziamento. A tal proposito va detto che l’agenzia della Commissione europea che ha subito danni è voluta intervenire secondo una specifica forma di intervento messa in atto per far valere le proprie motivazioni.
L’azienda beneficiaria non ha ammesso di essere responsabile ma allo stesso tempo ha risarcito i danni contestati.
Quanto detto testimonia quella che è una collaborazione forte tra la procura Europea e quella regionale.
Una collaborazione che sembra essere resa possibile ancora di più grazie all’accordo fatto tra il capo della Procura a livello europeo e il procuratore della Corte dei conti in Italia.
Accordo questo stipulato a Lussemburgo il 13 settembre di due anni fa.
Ecco che si parla della sinergia operativa che si è creata tra la Guardia di Finanza della città milanese e l’OLAF. Il tutto con il fine di contrastare gli atti lesivi per poter risarcire i danni subiti.
Come in questo caso in cui si parla di un danno risarcito in un breve periodo di tempo. Questo dimostra che ciò che si è fatto è stato davvero molto efficace.