Assolto il 28enne che uccise a coltellate il padre, al momento della tragedia non era capace di intendere e volere. La tragica vicenda accadde ad Opera,nella casa dove abitavano i suoi genitori.
La sentenza parla chiaro, il 28enne che uccise a coltellate il padre mentre si trovava in casa con la moglie non è imputabile perché in quel momento era incapace di intendere e di volere.
Il ragazzo, Marco M., è responsabile della morte del genitore, dunque, ma allo stesso tempo non lo è visto che soffre di disturbi psichiatrici ed era già sotto terapia. I fatti risalgono al mese di gennaio di un anno fa e nell’accoltellamento era stata coinvolta anche la madre, che per fortuna è sopravvissuta.
La Corte d’assise, presieduta dal giudice Ilio Mannucci Pacini, dopo aver analizzato tutta la vicenda del giovane, ha emanato l’assoluzione perché considerato non imputabile. Dalle indagini svolte dai carabinieri e dal pm Paolo Filippini, è emerso che il giovane soffre di un disturbo mentale per il quale era già sotto cura.
Lo psichiatra Marco Lagazzi, che ha condotto la perizia, ha attestato che si tratta di un vizio mentale totale. Per i problemi psichiatrici di cui soffriva, il ragazzo era stato in cura al Cps di Rozzano fino al 2019. Già allora non riconosceva più i genitori e di recente, soprattutto durante il lockdown, la coppia non era più in grado di far fronte alle esigenze del figlio.
I giudici hanno quindi assolto il giovane, ma visto che si tratta di un soggetto pericoloso per la società, ha disposto per lui il ricovero in una Rems per un lasso di tempo non al di sotto dei dieci anni.
Il giorno dell’aggressione ai genitori il giovane ha scatenato la sua furia omicida sul padre, un anziano di 83 anni, colpendolo con quindici coltellate al torace, poi aveva cercato di portarlo fuori dall’alloggio. Stando alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, dopo aver colpito anche la madre, Marco era fuggito, ma ha avuto un incidente.
Un’auto ha fermato la sua fuga e quando è stato arrestato le sue mani erano piene di sangue. I vicini, che avevano sentito delle urla, avevano lanciato l’allarme e hanno chiamato la polizia, temendo il peggio. La porta dell’appartamento dei genitori, che si trovava in via Cefalonia, era chiusa e i carabinieri l’hanno buttata giù per soccorrerli.
Immediatamente i sanitari hanno trasferito il padre al Policlinico di Milano. Le sue condizioni erano però gravissime e infatti dopo due settimane di agonia l’anziano è morto. La madre, invece, è stata portata all’Humanitas di Rozzano ed è sopravvissuta.
La madre e il fratello dell’omicida si sono costituiti parte civile durante il processo. Inoltre, hanno anche richiesto di fare una ulteriore perizia sulle capacità mentali del giovane, che secondo loro sapeva cosa faceva. Tuttavia, la Corte d’assise non ha accettato la richiesta, infatti è stata respinta.
Ad oggi, come già detto, la sentenza della Corte d’Assise ha dichiarato il 28enne non imputabile poiché a causa dei suoi disturbi mentali non sapeva cosa faceva, quindi lo ha assolto.