Enea è il neonato lasciato nella “culla della vita” alla clinica Mangiagalli la scorsa Pasqua. La sua mamma biologica aveva lasciato un biglietto che ha commosso l’Italia. Il tribunale ha individuato una coppia per la sua adozione
Nel cuore di ogni bambino c’è un potenziale illimitato e la speranza di un futuro luminoso. Ma cosa succede quando la vita di un neonato inizia con l’abbandono da parte della madre? È una situazione sconvolgente che può lasciare molte domande senza risposta. Tuttavia, nel bel mezzo di tali storie cupe, spesso emergono storie di ottimismo e compassione.
Vi ricordae di Enea, il neonato lasciato dalla madre in forma anonima nella “culla per la vita” presso la Clinica Mangiagalli di Milano? La sua è una storia di amore, cura e di un nuovo inizio per il piccolo.
Il giorno di Pasqua il piccolo Enea è stato lasciato dalla sua mamma biologica alla clinica Mangiagalli di Milano alla ‘culla della vita’. Ha esercitato il suo diritto di partorire in forma anonima e ha lasciato un biglietto con queste parole: “Ciao mi chiamo Enea. Sono nato in ospedale perché la mia mamma voleva essere sicura che era tutto ok e stare insieme il più possibile”.
Non si conoscono i motivi per cui questa donna ha compiuto una scelta così difficile. Tuttavia, merita comprensione e plauso per aver assicurato al piccolo la possibilità di avere un futuro felice. L’ospedale ha lavorato a stretto contatto con le autorità competenti per avviare il processo di adozione, al fine di trovare una famiglia amorevole e responsabile per il neonato. Adesso sembra arrivato il momento.
La notizia dell’abbandono del neonato ha rapidamente attirato l’attenzione dell’opinione pubblica. Le persone sono rimaste sconcertate e commosse dalla situazione del bambino e molte si sono offerte volontarie per aiutare nella sua transizione verso una nuova casa. Gli assistenti sociali e il personale dell’ospedale hanno ricevuto una quantità straordinaria di amore e supporto dalla comunità, dimostrando che anche in momenti difficili, l’umanità può emergere con forza e solidarietà.
Il Tribunale ha individuato una famiglia (una coppia di genitori lombardi) che aveva già concluso l’iter di un anno per richiedere un’adozione.
Il piccolo sarà in affidamento pre-adottivo e, tdopo un periodo di circa 12 mesi, verrà ufficialmente adottato. A quanto pare avrà un nuovo nome e una nuova data di nascita.