Un quindicenne, domenica pomeriggio, nonostante il maltempo, si è tuffato nelle acque del Ticino, dove è poi annegato
La tragedia si è consumata domenica pomeriggio 3 maggio. Il ragazzo, di soli 15 anni, si trovava con alcuni suoi amici presso il fiume Ticino. A Zerbolò, in provincia di Pavia, il giovane, residente a Motta Visconti, in provincia di Milano, si è tuffato nel fiume nonostante la giornata non fosse nè calda nè soleggiata.
Con pioggia e temporale il tuffo ha messo in difficoltà il 15enne. Gli amici, dopo aver capito che qualcosa non andava, hanno chiamato subito i soccorsi. Sul posto sono arrivati i sommozzatori della squadra dei vigili del fuoco. Sono riusciti in brevissimo tempo a recuperare il ragazzo portandolo a riva. Era privo di conoscenza, ma vivo.
L’elisoccorso di Bergamo, atterrato sul posto dell’incidente, lo ha trasportato in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale di Bergamo. Purtropppo, poco dopo il ricovero, i medici non hanno potuto fare altro che dichiararne il decesso. I carabinieri, intanto, stanno cercando di ricosruire la dinamica che ha portato alla morte del giovane.
Prestare sempre attenzione ai bagni nelle acque dei fiumi e dei laghi
Nei periodi tardo primaverili ed estivi i fiumi e i laghi della Lombardia si popolano di bagnati sia italiani che stranieri. Le acque, però, non sempre sono favorevoli ai bagni. I fiumi, in particolare, rimangono abbastanza freddi anche durante le giornate molto calde e possibili crampi o malesseri potrebbero aumentare le possibilità di incidenti.
Una delle cause di annegamento, infatti, è data da un fenomeno chiamato idrocuzione. Si tratta del passaggio improvviso dal caldo dell’atmosfera al freddo delle acque del fiume. E’ una sincope da immersione rapida, la cui caratteristica è quella di limitare i riflessi neurovegetativi che possono portare alla morte o per arresto cardiorespiratorio o per annegamento.
La temperatura delle acque dei fiumi, infatti, è ben più fredda rispetto a quella del mare. Tuffarsi in quelle fredde dei fiumi può far perdere il ritmo del respiro. Lo spavento che può seguire a questo cambio di ritmo può portare la persona a bere e a perdere, così, la capacità di reagire e di risalire a riva. Ecco perchè è particolarmente importante prestare attenzione.
Ci sono, però, alcune regole di buonsenso da seguire e che permetteranno a chi vorrà tuffarsi in un lago o in un fiume di farlo in totale sicurezza. La Polizia Lacuale ogni anno, infatti, rinnova dei semplici consigli si comportamento per evitare, proprio, infortuni e, nei casi peggiori, annegamenti.
Poche regole da seguire sempre
Sei sono le regole base del bagnante: per chi ha bambini piccoli è bene non perderli mai di vista quando entrano in acqua, non accamparsi sulle rive o sugli isolotti dei fiumi, fare il bagno quando il tempo lo permette. Infatti, i temporali e le piogge, in particolare in questo periodo, possono far aumentare in breve tempo il livello delle acque.
Capire se il luogo che si è scelto per tuffarsi è idoneo, gole strette e cascate nascondono pericoli che non conosciamo, come i vortici che non si vedono, ma che possono imprigionarci sul fondo. Infine attenersi alla segnaletica che, in genere, è presente sulle rive e, in caso di necessità, chiedere sempre e seguire le indicazioni di chi è competente.