Uno dei percorsi più belli da percorrere in Italia è quello legato alla Via degli Abati lungo 195 km e caratterizzato dal coinvolgimento di tanti comuni.
Trovare dei bei posti in cui recarsi per concedersi delle lunghe e piacevoli passeggiate è il desiderio di molte persone. Ma non sempre riuscire a soddisfare tale desiderio è semplice o addirittura possibile. A tal proposito è molto importante precisare che l’Italia è ricca di meravigliosi luoghi che meritano di essere visitati almeno una volta nella vita. E uno di questi si trova a pochi passi da Milano e verrà citato e analizzato qui di seguito. Ma vediamo nello specifico di cosa stiamo parlando.
Siete degli appassionati camminatori o delle appassionate camminatrici alla ricerca del più bel percorso da poter appunto percorrere in Italia e non sapete esattamente dove andare e quale scegliere? Se la risposta a tale domanda è si ecco che allora sarete molto contenti di sapere che il nostro Paese è in grado di offrire molteplici opportunità.
Ad esempio tempo fa vi avevamo parlato della Baia del Bogn, un luogo unico e allo stesso tempo magico lontano dal caos cittadino e dove potersi concedere una bellissima passeggiata osservando panorami mozzafiato. Oggi invece vogliamo parlarvi di un altro incantevole luogo presente in Italia dove potersi recare per una lunga e indimenticabile passeggiata.
Ma esattamente, di cosa stiamo parlando? Per chi vive in Italia, e di preciso a pochi km dalla città di Milano, una buona idea potrebbe essere quella di attraversare quello che viene definito il più bel percorso italiano da percorrere a piedi ma anche in bicicletta. Questo si trova a un’ora di distanza dal capoluogo lombardo e stiamo di preciso parlando della ‘Via degli Abati’.
‘Via degli Abati’ è l’espressione utilizzata per far riferimento ad un percorso religioso antico lungo circa 190 km e noto anche con l’espressione ‘Francigena di Montagna’. Questo percorso collega in particolar modo la città di Pavia con quella di Pontremoli e attraversa il territorio provinciale di Pavia e allo stesso tempo anche l’Appennino Tosco-Emiliano. E più nello specifico le province di Massa Carrara, Parma e Piacenza. Alla luce di quanto detto è quindi possibile affermare che regioni interessate sono tre. E di preciso la Lombardia, l’Emilia-Romagna e la Toscana.
Tutti coloro che sceglieranno di percorrere la lunga Via degli Abati quindi passeranno per vari comuni. Tra questi è possibile menzionare Pavia, Broni, Castana, Canevino, Pometo. E poi ancora i comuni di Caminata, Romagnese, Bobbio, Coli, Farini. E per finire Bardi, Borgotaro e Pontremoli.
Molto importante è precisare che tale percorso avrà una durata di otto giorni circa nel corso dei quali gli appassionati camminatori potranno scoprire vecchi sentieri, conoscere mulattiere, scoprire bellissimi castelli e carrarecce. E in generale scoprire e quindi conoscere anche dei luoghi di fede davvero molto belli e particolari.
Prima di iniziare il percorso è consigliato pianificare al meglio il cammino e soprattutto informarsi e quindi conoscere quelle che sono le difficoltà a queste legate.
Ma, cosa sappiamo esattamente sulla via degli Abati? A tale domanda è possibile rispondere facendo prima una premessa. Nel Medioevo erano molte le strade che attraversavano l’Appennino. Stiamo di preciso parlando di strade di pietra per le quali non erano necessari dei particolari lavori di manutenzione e che erano solite adattarsi alle diverse condizioni metereologiche. Ad esempio a frane ed alluvioni ma anche guerre ed epidemie.
La Via degli Abati è una via molto antica che in origine univa due centri religiosi molto importanti ovvero Pavia con Bobbio. Il primo centro, e quindi Pavia, altro non era che la Capitale del Regno longobardo caratterizzata dalla presenza di bellissimi monasteri e basiliche. Il secondo, e quindi Bobbio, era invece considerato punto di diffusione evangelica. E questo fin dal 614.
In riferimento alla Via degli Abati invece è possibile dire che nel 929 questa è stata utilizzata dai monaci di Bobbio per il trasferimento, a Pavia, delle reliquie di Colombano. E tutto questo per poter rivendicare davanti a Re Ugo di Provenza alcuni beni bobbiensi di cui il vescovo di Piacenza si era impossessato.