Decreto lavoro, si dà il via libera al Senato all’assegno di inclusione, con 96 Sì, 55 no e 10 astenuti. Questo è il risultato dell’incontro avvenuto ieri che ha deciso di dare spazio all’assegno di inclusione che prenderà il posto del reddito di cittadinanza a partire dal primo gennaio 2024 togliendo diversi paletti.
Il cuneo fiscale sarà tagliato fino al 7% per quanto riguarda i redditi fino ad un massimo di 25.000€ a partire da luglio fino a dicembre 2023. Il provvedimento però dovrà essere convertito in legge e questo avverrà giorno 3 luglio 2023.
Il passaggio alla camera potrebbe essere soltanto una formalità, l’aula infatti dovrà dare il via libera senza applicare modifiche di alcun genere.
La maggioranza è felice e soddisfatta per il risultato raggiunto grazie all’impegno della relatrice Paola Mancini di Fratelli d’Italia che ha fatto il possibile per raggiungere questo obiettivo. Quanto è stato ottenuto rappresenta un primo passo volta a creare delle norme moderne a tutela dei lavoratori, in modo tale da garantire loro un lavoro sicuro e ben remunerato.
Il presidente del gruppo al Senato Francesco Boccia però attacca il provvedimento, perché secondo lui va a punire ancora di più i poveri e ad aumentare la precarietà di tutti i lavoratori italiani. Secondo lui il decreto lavoro che è stato approvato aumenta le risorse per l’editoria per il pensionamento anticipato dei giornalisti professionisti. Il governo sta puntando all’inserimento di nuove risorse da utilizzare al meglio. Questo anche per dare delle nuove opportunità ai giovani. Ma non è detto che andrà in questo modo.
Ad ogni modo, tra le tante novità introdotte con il decreto lavoro, spuntano fuori le nuove regole per i contratti a termine, l’incremento del taglio del cuneo fiscale, le tante agevolazioni per le assunzioni dei giovani e la proroga dello Smart Working. Per quanto riguarda il lavoro da casa, tocca soltanto alcune categorie di lavoratori. Per esempio coloro che sono impegnati nel settore pubblico hanno la possibilità di usufruire dello smart working fino al 30 settembre .
Invece per il privato i lavoratori che rientrano nei requisiti, possono usufruirne fino a dicembre. Il decreto per quanto riguarda il reddito di inclusione stabilisce che la misura entri in vigore a partire dal primo gennaio 2024. Andrà presto a sostituire il vecchio reddito di cittadinanza con dei limiti però più stretti. A quanto pare sarà a disposizione dei nuclei familiari che hanno minori a carico, oppure disabili o anziani oltre i 60 anni di età.