Il ginecologo è accusato di truffa ai danni dello Stato e peculato. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, il medico visitava le pazienti – senza emettere regolare fattura – in alcuni studi privati del Milanese e del Comasco. Dopodiché faceva analizzare i risultati delle analisi nella struttura pubblica in cui lavorava.
Il gip del Tribunale di Busto Arstizio ha ordinato anche un sequestro di 70mila euro a carico del professionista, considerati provento dell’attività illecita.
Sono partite a seguito della denuncia di un dirigente medico le indagini dei carabinieri di Saronno (provincia di Varese) che hanno portato all’interdizione di un medico ginecologo. Un’infermiera si sarebbe rivolta al dirigente per segnalare alcune anomalie nei pap test che erano stati eseguiti nell’ambulatorio in cui la donna lavora. Così sono partite le indagini e i militari dell’Arma e delle Fiamme Gialle hanno ricostruito il modus operandi del medico. Il ginecologo utilizzava l’ambulatorio dell’ospedale di Saronno, in cui era primario, per l’analisi degli esami che eseguiva (senza alcuna fattura) in una struttura privata, nonostante potesse esercitare la sua attività soltanto presso l’ospedale.
Il professionista è stato quindi denunciato per truffa aggravata ai danni dello Stato (per aver utilizzato macchinari dell’ospedale) e peculato. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno sentito una 60ina di testimoni, che hanno confermato che le visite (in nero) erano state eseguite nella struttura privata. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Busto Arstizio ha ordinato un sequestro di 70mila euro a carico del professionista, considerati provento dell’attività illecita.