Dopo la morte dell’Ultrà Vittorio Boiocchi, escono fuori le vere relazioni tra i tifosi e la squadra dell’Inter: escono fuori nuove intercettazioni, minacce che il tifoso faceva ai dirigenti della squadra.
Vittorio Boiocchi, ex capo ultras della Curva Nord dell’Inter a San Siro, sabato 29 ottobre è stato ucciso a colpi di pistola sotto casa sua.
La Procura di Milano sta indagando sulla sua morte e, in queste ore, sono uscite fuori alcune intercettazioni interessanti, che confermano i rapporti molto complicati tra i tifosi e la dirigenza della squadra. Cosa accadeva tra Boiocchi e i dirigenti dell’Inter?
Vittorio Boiocchi: le minacce alla dirigenza dell’Inter
La morte di Vittorio Boiocchi, avvenuta sabato sera, ha aperto uno scenario che già era sospettato ma che ora, con le indagini della Procura, sta uscendo allo scoperto.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la Digos e la Procura stanno indagando sulla morte dell’ex capo Ultras della Curva Nord di San Siro, pluripregiudicato e ammazzato da ignoti proprio sotto casa sua.
In particolare, il Corriere ha pubblicato un’intercettazione che riguarda la stagione calcistica 2019/2020, quando arrivò a Milano il giocatore inglese Ashley Young, insieme al danese Christian Eriksen.
Nella telefonata intercettata dalle indagini in corso, c’è Vittorio Boiocchi a telefono con uno dei dirigenti dell’Inter, con un tono aggressivo e minaccioso.
L’Ultrà era indignato per l’arrivo di Young a Milano, cosa di cui pare i tifosi non siano stati avvisati in precedenza dalla dirigenza della squadra. Boiocchi minaccia il dirigente, con le seguenti parole:
Adesso cambiamo tattica, adesso le cose ce le prendiamo per forza e poi vediamo cosa succede
La “colpa”, se si può dire così, dei dirigenti dell’Inter era stata quella di non aver avvisato i tifosi e, secondo Boiocchi, di non avergli permesso di dare il giusto benvenuto al nuovo giocatore.
Ma non è tutto: infatti, la Procura stava già indagando su quattro dirigenti dell’Inter per associazione a delinquere.
Secondo le indagini, sembra che ci fosse una specie di collaborazione con i tifosi ultrà, favoreggiamenti e piaceri, come biglietti venduti a prezzi bassi, entrate gratis allo stadio e commercio di merchandising.
L’indagine è poi stata archiviata perché i dirigenti sono stati assolti, perché vittime di comportamenti minacciosi ed estorsivi dei capi ultras.
Le piste sulla morte di Boiocchi
Sono diverse le piste che la Procura sta seguendo per capire cosa è successo quel 29 ottobre, quando Vittorio Boiocchi è stato ammazzato a colpi di pistola.
69 anni, già pregiudicato e carcerato per oltre 20 anni, Vittorio Boiocchi era il capo ultrà della Curva Nord, anche se aveva addosso un ordine restrittivo dopo gli scontri avvenuti in passato allo Stadio.
Si pensa a tante strade che potrebbero portare al motivo della sua morte, come ad esempio il bagarinaggio, ovvero il business dei biglietti, un’attività illecita che a quanto pare Vittorio Boiocchi portava avanti, oltre allo spaccio di droga, alle estorsioni e a tanto altro.
Intanto, mentre si cerca di capire il motivo dell’omicidio, sul suo corpo è stata disposta l’autopsia e poi, inoltre, continua l’esame dei video delle telecamere di sorveglianza, che si trovavano nella zona del crimine.