Vittorio Sgarbi. Il noto uomo politico nativo di Ferrara ricopre la carica sia di consigliere regionale in Lombardia, sia quella di sottosegretario alla Cultura. Gli incarichi sono stati giudicati incompatibili. Dovrà sceglierne solo uno
Il Consiglio regionale della Lombardia, in data 2 Maggio 2023, ha decretato che Vittorio Sgarbi non può ricoprire la doppia carica di cui attualmente tiene le redini. Il noto uomo politico nato a Ferrara, classe 1952, infatti, è sia consigliere regionale che sottosegretario al ministero della Cultura. I due incarichi sono stati giudicati incompatibili. É stato reso ufficiale, quindi, che Sgarbi dovrà compiere una scelta decisiva entro dieci giorni.
Vittorio Sgarbi: consigliere regionale in Lombardia o sottosegretario alla Cultura? La sua volontà è già nota
Vittorio Sgarbi è una figura controversa della cultura italiana, celebre soprattutto per il suo ruolo di critico d’arte e di opinionista televisivo. Nato a Ferrara nel 1952, Sgarbi ha studiato storia dell’arte e filosofia all’Università di Bologna, conseguendo una laurea con lode in entrambe le discipline.
Attualmente Vittorio Sgarbi fa parte di Noi Moderati, lista elettorale creatasi in vista delle elezioni politiche anticipate del 2022. Non è stato rieletto in Parlamento, tuttavia gli è stata conferita la carica di sottosegretario al Ministero della cultura nel neo Governo Meloni. Nel febbraio del 2023, in occasione delle elezioni regionali in Lazio e Lombardia, Sgarbi è stato presentato a sostegno dei candidati del centro-destra Francesco Rocca e Attilio Fontana in entrambe le regioni.
Proprio in Lombardia è risultato l’unico eletto con un totale di 873 preferenze, decidendo di ricoprire il ruolo di consigliere regionale. Le due cariche sono incompatibili. Ha dieci giorni di tempo per scegliere quale dei due impegni continuare a portare avanti.
A quanto pare, la scelta sarebbe già ben delineata. Secondo quanto riportato dalla redazione de Il Fatto Quotidiano, Sgarbi sarebbe più propenso a rimanere a Roma presso il ministero della Cultura. Riguardo l’altra carica in Lombardia, invece, ha dichiarato che è pronto a lasciare a breve. Le sua parole sono emerse dopo la convocazione della riunione dell’aula di Palazzo Pirelli. Le sue perplessità in merito all’incarico da consigliere regionale sono precedenti. L’unico motivo che l’avrebbe fatto desistere dal suo impegno come sottosegretario sarebbe stato solo l’offerta di una posizione come assessore alla Cultura in Lombardia. Dure le sue esternazioni: “Fare il consigliere regionale è un modo di avere un lavoro senza fare nulla di particolarmente significativo”.